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di PIERO QUARTO
INTERESSI e politica: è questo il mix che ha portato alla caduta dell’ex sindaco di Matera Nicola Buccico.
Lo ha spiegato lui stesso ieri mattina in un affollatissima riunione all’interno del cinema Comunale nella quale ha chiarito i principi seguiti dalla sua amministrazione, i risultati raggiunti, i problemi incontrati ma soprattutto le cause che lo hanno portato a perdere il sostegno della maggioranza in Consiglio comunale.
Ha definito «un suicidio inconsapevole» la scelta di legarsi alle liste civiche, ha sottolineato come quelle liste «non hanno niente a che fare con il senso civico e con la volontà di fare l’interesse dei cittadini.
Le liste civiche non possono rispondere a dei padroncini».
«Una volta c’erano le passioni politiche mentre oggi ci sono solo gli interessi», ha chiarito ancora Buccico che ha poi ripercorso le scelte urbanistiche della sua amministrazione chiarendo come la pietra dello scandalo sia stata la questione di alcuni appartamenti a Serra Rifusa.
«Il mercato della casa nella nostra città è un mercato anomalo, in cui si continuano a costruire e vendere case a prezzi molto alti, se però le case si vendono è segno che c’è chi può acquistarle e che magari ne ha anche più di una. Il problema è che ci sono centinaia di richieste di edilizia sociale, di persone che hanno bisogno e necessità di una casa e che non possono acquistarla.
E’ di quelle che noi ci siamo preoccupati sapendo anche che le ultime congiunture economiche hanno creato tanti nuovi poveri.
Persone cioè che non possono permettersi una casa.
Noi qualche segnale lo avevamo ricevuto, qualche incontro, alla luce del sole, lo abbiamo fatto. Ma ci siamo resi conto di aver accumulato il nemico all’interno quando il Consiglio comunale ci costringe a ritirare la delibera per dare al prof. Nigro, il pianificatore, l’ultimo acconto per il suo lavoro. Lì mi accorgo che sul Piano regolatore si gioca il destino della città».
In questo quadro Buccico ricostruisce i fatti che riguardano Serra Rifusa: «dove ci sono dei cittadini che hanno acquistato regolarmente una casa ma quando sono andati dal notaio per fare l’atto non l’hanno potuto fare, perché quelle abitazioni hanno destinazione turistico-alberghiera. Mi è stato sottoposto il problema, in più occasioni ed io ho fatto una mia proposta che, a quanto ne so, è stata anche quella dell’ufficio tecnico e cioè che non si poteva passare attraverso delle scorciatoie ma bisognava portare la questione in Consiglio comunale.
Un bel giorno il consigliere che mi sottoponeva quotidianamente la questione mi dice che non c’è più bisogno, perché la Regione ha già fatto tutto. Dopo un po’ è venuto meno l’appoggio dell’Udc». La singolare conseguenza sottolineata dal sindaco.
«Sono andato a leggere il piano casa regionale», ricorda ancora Buccico, «e all’articolo 5 viene risolto proprio il problema delle costruzioni con destinazione turistico-alberghiera che possono diventare abitazioni». Poi subito una differenziazione e una presa di distanza: «ben diverso, al di là dei gossip, è quello che è successo con Matera 90 dove noi non abbiamo approvato neppure un metro quadro, c’è un bando nazionale a cui si può partecipare e c’è un progetto che noi abbiamo trasmesso al Ministero. Ci siamo limitati a fare una sola verifica cioè la presenza di 300 alloggi di edilizia sociale. Poi il Ministero valuterà il progetto e se lo riterrà lo rinvierà alla Regione e al Comune. Niente di tutto quanto hanno detto mascalzoni e calunniatori, donnette da cortile».
In questo quadro Buccico ricostruisce gli accadimenti politici della sua maggioranza e soprattutto della mancanza di vere passioni politiche: «ai tempi di Lauro i consiglieri abituati a passare da una parte all’altra venivano definiti puttani e su questo che c’è stata un’implosione.
L’apparentamento con le civiche è stato un suicidio inconsapevole perché vi è stata subito una diaspora implosa e ognuno è andato per la propria strada.
Noi siamo rimasti con Saverio Acito mentre le truppe hanno scelto altre strade, io ho sempre scelto Acito perché, nonostante le proposte, gli altri elementi delle civiche non mi fornivano elementi di stabilizzazione.
Una volta c’erano le passioni oggi ci sono solo gli interessi in politica.
Il problema è sulle liste civiche che non sono quelle che non hanno simbolo di partito ma quelle che hanno un programma e un senso civico, non possono rispondere a dei padroncini. Non esisteva alcun senso di appartenenza».
Quindi Buccico passa all’Udc ed alla fine della collaborazione politica: «prima hanno firmato un patto con Latronico e Labriola e poi si ritrovano dall’altra parte, io ho stima per Casini che è persona seria e perbene ma in concomitanza con questi eventi l’Udc non si è ritrovata più.
Siamo in prossimità delle elezioni Provinciali, subito dopo con un bando, ad agosto, per i vertici di Apea e Ageforma il presidente Stella provvede a delle nomine sulla base», qui Buccico è chiaramente ironico, «di competenze ben specifiche e poi sceglie i componenti dei due enti». In coda all’elenco il sindaco non manca di indicare “Sergio Cappella” componente del consiglio d’Amministrazione di Apea e figlio del capogruppo dell’Udc Giuliano.
«In questi casi si dice che si è pugnalati dal fuoco amico ma noi lo sapevamo che Toto non era amico nostro», si scalda Buccico «lo dico a Viceconte e Latronico, noi siamo persone serie e vogliamo che la politica torni ad aleggiare. Noi non vogliamo rinnegare le radici ma non a discapito della nostra coscienza. Le compatibilità devono essere al primo posto». Un messaggio forte e chiaro.

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