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di MARISA PALASCIANO*
La diatriba tra l’Avvocatura regionale e l’Aiop sull’extrabudget è stata definitivamente risolta dalla pronuncia del Consiglio di Stato del 19 novembre scorso. Insomma, non si va oltre il budget convenuto. Si mette così la parola fine al sistema senza regole, quello che ha dominato per anni nella Calabria dei debiti senza controllo. Quel sistema che ha fatto sì che si realizzasse un asservimento generale, reciproco. Della politica verso gli erogatori privati (case di cura private in primis) e di quest’ultime verso chi ha governato di volta in volta, perché garanti “dell’oltre il dovuto”. Il tutto a discapito di un corretto piano industriale, indispensabile per assicurare continuità dei posti di lavoro, rispetto dei lavoratori e Lea di qualità. La sentenza stimola e pretende tutto questo. Il sindacato si auspica che tutto ciò avvenga, nell’interesse dei lavoratori e della salute dei Calabresi. Per conseguire un tale risultato si rende necessaria la concertazione reale a 360 gradi, che vada a sostituire l’abitudine ad accettare passivamente le decisioni già assunte dalla politica. E piano di rientro vuol dire tutto ciò, se per tale si intende aver voglia di dare finalmente ai cittadini la garanzia della propria salute nel rispetto delle anche delle loro tasche. Così facendo si porrà fine alla brutta consuetudine che ha determinato: – da un lato, la spesa sanitaria fuori controllo, molto spesso assistita da pareri di comodo e da pareri sui pareri che non piacciono. Una ipotesi questa che sembra essere di moda in questi giorni sull’extrabudget. – dall’altro, il mancato rispetto della dignità dei lavoratori, spesso “usati” da taluni datori di lavoro per fare pressione sulla Regione al fine di ottenere spettanze economiche non dovute. Occorre, dunque, la concertazione sull’organizzazione complessiva della sanità, al fine di realizzare quello che oggi si mal prospetta nella contingenza del commissariamento. La concertazione, inoltre, serve a realizzare un confronto che riconosce il ruolo attivo dei diversi interlocutori, li fa sentire protagonisti del cambiamento di cui si ha bisogno e più solleciti a coinvolgere, nel processo di razionalizzazione cui si tende, gli operatori che prestano servizio all’interno delle strutture pubbliche e private. Solo così si potrà garantire il buon esito del risanamento e la salvaguardia dei livelli occupazionali, nonché la crescita imprenditoriale degli erogatori privati. Il tutto imponendo dei progetti industriali condivisi da attuare nel pubblico e privato, ove, a fronte della “buona” spesa, ci sia la corrispondenza delle buone prestazioni da rendere ai cittadini. Una aspettativa che deve divenire realtà, a garanzia della dignità dei tanti disoccupati calabresi, anche recentemente vilipesi da una neo occupazione “fuori dalle righe”, sulla quale necessita una più attenta verifica istituzionale. Insomma, diviene indispensabile educare tutti a recitare i loro ruoli “contrapposti” nel perseguimento di un unico obiettivo: una corretta portata dell’assistenza e del diritto al lavoro. *Segretaria Provinciale FpCgil
Comparto Sanità Catanzaro/Lamezia

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