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di PIERO QUARTO
Non è una situazione allegra quella che continua a respirarsi al Tribunale di Pisticci. Niente di molto diverso, forse, da quanto succede in altre realtà italiane ma certo una condizione di emergenza continua, di quotidianità difficile da affrontare, di vera e propria coperta corta a cui si riesce a sopperire quotidianamente con una serie di difficoltà notevoli. Ma proviamo a raccontare questa situazione con alcuni numeri che siamo riusciti a recuperare. Molte infatti le cause pendenti e scarso il personale che può essere impiegato. Sono 1558 i processi penali pendenti (dato aggiornato a fine ottobre) che due giudici togati con una presenza complessiva di tre udienze al mese e uno onorario (più un secondo presente per altre due udienze mensili) riescono a garantire. Carichi di lavoro ragguardevole con il piccolo primato di 850 processi per il solo giudice onorario presente. Ma non va molto meglio nell’ambito civile laddove ci sono 2790 processi pendenti (dato in tempo reale) con un giudice togati (anche qui un piccolo record di 1704 procedimenti pendenti) e tre onorari a reggere il grosso del lavoro. Ma non è tutto perchè i cancellieri in servizio effettivo sono solamente quattro che debbono gestirsi il peso del lavoro dell’intero Tribunale con numeri inferiori a quelli tenuti nel passato dalle vecchie Procure. Una situazione di vera emergenza che sfocia in qualche caso in disservizio laddove la necessità di garantire le udienze e il numero risicato dei cancellieri impedisce o può impedire (è successo in passato) che non vi sia la possibilità di depositare gli atti. Problemi contingenti che finiscono per essere superati ma che restano dietro l’angolo, basta un banale raffredddore, la semplcie malattia di una qualsiasi delle fondamentali figure in servizio presto il Tribunale di Pisticci a rischiare di far cadere quello che è un’autentico castello di carta retto su basi fragilissime. Nell’ultimo anno e mezzo nessun blocco, nessuna paralisi dell’attività ma una situazione che è difficile, estremamente difficile, proprio nella sua quotidianità. Il tutto con ovvi riflessi anche sul servizio che viene reso ai cittadini se il rinvio medio di un processo penale si aggira intorno ai cinque -sei mesi (tempo non irrilevante considerati i rischi della prescrizione) e che per un processo civile il semplice rinvio è mediamente nell’ordine dell’anno e mezzo di tempo. Tutti elementi che danno il segno di una difficoltà, di un’emergenza continua a cui si è costretti a sopperire di volta in volta anche, laddove necessario con arrivi di cancellieri, ad esempio, dal Tribunale di Matera. Un sistema che in questo modo continua ad andare avanti ma per il quale il rischio di un collasso è ancora e sempre dietro l’angolo vista l’estrema precarietà dei numeri che ci sono.

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