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RIONERO – Dopo cinque giorni di sciopero è finalmente terminato il braccio di ferro tra gli operai dello stabilimento Gaudianello Monticchio di Melfi e la dirigenza aziendale. Sciopero sospeso ma rimane lo stato di agitazione. Alle quattordici di ieri le maestranze sono tornate al lavoro e dal turno serale delle venti la produzione è ripartita a pieno regime. Resta sancito l’impegno aziendale di rinunciare alla terziarizzazione di una parte dell’attività logistica ma per adesso i due operai licenziati non saranno reintegrati sul posto di lavoro. Per conoscere il destino dei due dipendenti, ufficialmente fuori da Gaudianello spa, bisognerà attendere il prossimo nove dicembre quando sindacalisti, assessore regionale alle attività produttive ed esponenti aziendali discuteranno presso il palazzo di via Anzio. Ieri intanto il primo turno lavorativo è servito per sanare tutti gli impianti, come da prassi dopo ogni interruzione più o meno lunga delle operazioni di imbottigliamento. L’impiego di solventi e soprattutto la soda hanno consentito il ripristino delle normali attività lavorative dei 120 dipendenti lucani. La decisione di sospendere l’agitazione è stata presa unanimemente dalle maestranze che hanno giustificato la decisione «dettata – spiegavano gli operai – dall’amore per questa azienda che stava perdendo importanti fette di mercato». Orma già da qualche giorno, anche nei supermercati di Melfi, non si trovavano più confezioni di acqua minerale Gaudianello ma il danno maggiore si è avuto per i grandi magazzini del Lazio, della Campania e soprattutto della Toscana dove l’acqua lucana è molto richiesta. In cinque giorni di produzione bloccata sono andate perse circa sei milioni di bottiglie. Il nuovo amministratore delegato di Gaudianello spa Alfieri era riuscito ad ottimizzare ogni attività dell’impianto che produceva a pieno regime già da diversi mesi dopo qualche flessione fatta registrare nel recente passato. Il dirigente parmense era arrivato a Melfi, da poco meno di due anni, proprio per sanare un bilancio in passivo quasi ingiustificato, considerate le enormi potenzialità dell’azienda lucana. Uno stringere la cinghia, evidentemente indispensabile, che ha finito per provocare tensioni interne sfociate nello sciopero generale. Il compito del nuovo amministratore delegato, tuttavia, era stato portato a compimento. Il bilancio in rosso si stava sanando ed ora questa improvvisa frenata rischia di vanificare il recupero economico della realtà produttiva melfitana. Il rischio di perdere lo stipendio di novembre, la stessa tredicesima mensilità ed appunto l’amore per un’azienda che offre lavoro ad intere generazioni ha convinto gli operai a rientrare in stabilimento. Si tratterà di recuperare il terreno perduto e sarà per il bene di tutti. L’Ad, Alfieri del resto è giunto in Gaudianello per questo. Forse l’uomo giusto al posto e nel momento esatto. Soddisfatti i sindacati. «L’assemblea dei lavoratori – si spiega in una nota – ha inoltre dato mandato alla Rsu e alle sigle di categoria di monitorare costantemente l’effettiva applicazione dell’accordo sottoscritto in Regione». Fai, Flai e Uila hanno dichiarato che «i lavoratori con tale decisione hanno inteso dare un ulteriore segnale di disponibilità e responsabilità nei confronti della società, mettendola nelle condizioni di poter riprendere immediatamente la produzione. L’auspicio generale è che da oggi possa iniziare un nuovo percorso di relazioni sindacali che mettano i lavoratori nelle condizioni di riprendere e continuare l’attività lavorativa con serenità e tranquillità».

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