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IL POTENZA ha fatto boom. Un’esplosione rumorosa alla ripresa della preparazione dopo la sconfitta di Portogruaro. Capuano è furibondo, entra in sala stampa sbattendo i pugni sul tavolo. “Sono stato costretto a sospendere l’allenamento – attacca – è la situazione più grave per un tecnico professionista, se dovesse succedere ancora andrò via da Potenza anche prima di domenica”. La miccia è innescata. Parte il racconto: “Prima dell’allenamento il dg Galigani ha voluto parlare alla squadra, ha relazionato al gruppo sulle difficoltà che stiamo vivendo senza dire però nulla di nuovo, nulla di particolarmente destabilizzante”. In questa circostanza, pare, Eziolino non attacca Vittorio. Almeno direttamente. “Ho iniziato il lavoro atletico e li ho visti distratti, stavano sempre a chiacchierare tra loro di quello che gli aveva appena detto Galigani senza prestare la minima attenzione alle mie indicazioni”. Capuano, infuriato, torna indietro di qualche giorno: “I giocatori avevano sottoscritto un patto anche con i tifosi – continua il condottiero – chi ha scelto di rimanere e non farsi da parte deve sputare il sangue in campo senza pensare allo stipendio che non c’è, io sono rimasto qui ad allenare gratis, loro devono rispettare la parola data se sono uomini”. La sfuriata, evidentemente, è rivolta al gruppo. “Io ho fatto la mia promessa, sono disposto a rimanere qui fino alla fine solo e soltanto per la città e per la gente, accetterei anche anche di far giocare il magazziniere, macchiarmi di una retrocessione che comunque non sarebbe a me imputabile, ma chiedo di essere messo nelle condizioni di poter lavorare sul campo, altrimenti il mio impegno non lo posso rispettare”. Capuano è un fiume in piena: “sappiate che non farò il pupazzo di nessuno – continua – nè dei giocatori nè della società, gli uomini veri mantengono la parola, io capisco i disagi che tutti stiamo vivendo ma non si possono rinnegare gli impegni presi. Già da domani (oggi, ndr) il primo che scende in campo parlando di soldi lo caccio a calci”.

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