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AL FISCHIO finale resta in panchina, sconsolato, per almeno dieci minuti. Ha una rabbia in corpo che la metà ne basterebbe a far tremare, come avviene, i muri dello spogliatoio. Eziolino Capuano si è sentito tradito. Ci teneva alla qualificazione in Coppa, per usare sue parole, “ad entrare nella storia”. Alla resa dei conti finisce per ammettere: “un disastro del genere meglio averlo fatto oggi che in campionato”. Ma in ogni caso non gli va giù. Il tecnico rispolvera una metafora a lui cara per definire la prestazione dei suoi. “E’ scesa in campo una banda di puttane”, attacca. L’aveva detto anche l’anno scorso, quando allenava la Paganese, dopo una sconfitta estiva di coppa a Scafati. Tornano le parole, ma l’amarezza è inedita.
Eziolino però non vuole scaricare le responsabilità: “Abbiamo perso tutti – ragiona – me per primo”. Evidentemente si è pentito di qualche scelta. “Ma se ad esempio ho tenuto fuori De Cesare – spiega – è perchè pensavo fosse giusto farlo riposare, soprattutto credevo che una sola punta di ruolo (Polani supportato da Catania, ndr) potesse bastare in una partita in cui avevamo a disposizione due risultati su tre, non potevo immaginare sotto porta una simile prestazione da voltastomaco”. Duri i toni, le conclusioni arrivano di conseguenza. “Intanto da oggi cambia il capitano di questa squadra” – dichiara a sorpresa – “ringrazio Lolaico che però è troppo un bravo ragazzo, qui serve un bandito, a partire da domenica la fascia passerà al braccio di De Cesare e se non sarà in grado di gestire il ruolo in questo momento delicato sarà il primo a pagarne le conseguenze”. Non vuole essere, si capisce, una delegittimazione di Lolaico. Capuano anche di persona gli ha ribadito la stima che ha nei suoi confronti. “Peppe è un vero galantuomo e soprattutto rappresenta Potenza – precisa il tecnico – il suo attaccamento alla maglia è fuori discussione, è un giocatore che porterei in qualsiasi squadra mi dovessi trovare ad allenare. In questo momento De Cesare deve dimostrarmi di sapersi prendere le giuste reponsabilità nel gruppo. E’ sotto esame anche lui, Lolaico non potrebbe mai esserlo”.
Ma l’ira del tecnico si abbatte principalmente su chi ha dimostrato di non avere la testa a Potenza: “Sappiamo bene che più di qualcuno dovrà lasciarci a gennaio, ma è inconcepibile per dei professionisti scendere in campo in questo modo. Prima di Natale ci attendono in campionato due partite fondamentali, da questo momento in poi farò affidamento soltanto su chi ha scelto di rimanere con questa maglia fino a fine campionato, gli altri non li convocherò più”. Nomi Capuano non ne fa, ma azzardiamo una lista ipotetica. Cardinale, ad esempio, con la squalifica ha chiuso la sua avventura potentina. Langella è un corpo estraneo da tempo, Gragnaniello e Polani ieri hanno scritto una pagina pessima della loro carriera. E poi c’è Anderson, che il viale del tramonto pare averlo imboccato da un po’. Considerato che in campo vanno gli uomini, non le figurine o i curricula, alzi la mano chi ne sentirà la mancanza.

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