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di PIERO QUARTO
«SONO RIMASTO deluso dalle conclusioni e dalle argomentazioni che il sindaco Buccico ha dato, nell’ultimo comizio, della sua esperienza.
Pensavo che ci sarebbe stato un rapporto con il sindaco, al momento dell’accordo, di “primus inter pares”, ma il sindaco la pensava diversamente, gli assessori erano solo una testa di paglia del sindaco ed io non ero interessato».
Va per brevi cenni la conferenza stampa con cui Tito Di Maggio, imprenditore, candidato a sindaco alle Comunali del 2007 e poi tra i principali protagonisti dell’accordo tra la Casa delle Libertà e le civiche che ha portato all’elezione del sindaco di Matera, Nicola Buccico.
«Ma è proprio la ricostruzione fatta da Buccico, l’ho sentito attentamente, al Comunale l’altra domenica che mi ha spinto ad organizzare io stesso questo incontro (al Comunale domenica alle 11,30, ndr) per raccontare la mia esperienza e sottolineare le dimenticanze del sindaco nel corso di quell’appuntamento. Voglio fare una serie di sottolineature perchè c’è una frammentazione che non lascia ben sperare. Oggi la città è in una seria crisi, ha bisogno di individuare una rotta e di un impegno extra che la proietti al di fuori e le permetta di esprimere potenzialità inespresse che l’avvicinino al traguardo di “Matera città della cultura 2019».
«Per arrivare al 2019 serve una classe dirigente più seria di quella che abbiamo avuto modo di poter sperimentare».
Poi qualche accenno più specifico: «il sindaco patrimonializza il risultato e poi lo spende e lo dilapida a suo uso e consumo.
Immaginavo che questa esperienza arrivasse a questo punto ed è per questo che ne sono uscito. Sono amareggiato perchè ho notato un livore ed un’amarezza particolare che non ho riscontrato in altre parti».
Di Maggio ha anche accennato al fatto che «il rapporto con Buccico si è rotto sul concetto di gestione e sul rapporto fiduciario tra i gruppi che devono governare. Io pensavo all’inizio che il sindaco fosse “primus inter pares” ma la stessa cosa non la pensava il sindaco. Sul tavolo di giunta c’erano sagome di cartone. Non cercava assessori ma una testa di paglia che io non ero interessato a fare».
Poi l’ultima battuta è sul suo futuro e sulla sua posizione politica: «non sono interessato a ricandidarmi ma solo a rendere più vivibile questa città. Sto nel Pdl? Non vi ho mai aderito formalmente, mi riconosco in un progetto ma non capisco al momento dove si colloca quel partito. Cerco di proporre programmi e progetti con FareBasilicata e lavorerò qui nel Materano per il progetto portato avanti da Attilio Martorano».
Più di questo però Di Maggio non dice, rinviando all’incontro pubblico di domenica: «lasciatemi la possibilità di ricostruire le diverse tappe. Avremo modo di aggiungere qualcosa».

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