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di Margherita Agata
LA GIORNALISTA e l’attore. Non è una fiction (anche se gli ingredienti ci sono tutti), ma una storia vera, coronata con il più classico degli happy end: i fiori di arancio.
Protagonista di questa favola moderna Margherita Romaniello. Lucana doc, professione giornalista è riuscita a conquistare il cuore del tenebroso Pino Quartullo, diviso tra cinema, tv e teatro. Tra i due è stato amore a prima vista. Il classico colpo di fulmine. La scintilla è scoccata l’8 novembre di un anno fa a Maratea. Ed è lì che ritorneranno per celebrare le nozze, il prossimo 8 aprile.
Un numero ricorrente in questa storia d’amore. Avrebbero pronunciato anche la promessa di matrimonio l’8 dicembre. Ma la ricorrenza dell’Immacolata ha costretto la coppia a far slittare l’appuntamento con il destino. Margherita e Pino hanno pronunciato il loro sì, ieri mattina, davanti al sindaco della città Vito Santarsiero. Non certo da solo ad attenderli al Palazzo di città.
«Abbiamo fatto tutto nella massima discrezione – dice Margherita, ancora poco abituata ad essere dall’altra parte dei riflettori – eppure davanti al Municipio sono sbucati i paparazzi». Incredibile per una ragazza semplice di provincia, innamorata del suo lavoro e della riservatezza, fare i conti con l’attenzione dei media. Ma il suo non è un uomo qualsiasi e a convivere con fotografi e curiosi, dovrà, suo malgrado abituarsi. Bionda, occhi blu e un sorriso che conquista, Margherita ci ha messo poco a rapire lo sguardo del bel Pino.
«Ci siamo conosciuti durante un impegno di lavoro» – confida Margherita, nel corso di una chiacchierata amichevole al telefono. Da allora non si sono più lasciati un attimo. «Sono diventata zingara per amore – aggiunge, sorridendo – è da un anno che faccio la spola tra Potenza, Roma e Civitavecchia». Il suo Pino ha casa e famiglia lì.
Ed è a Civitavecchia che sono diretti, mentre intenerita, ricordando i vecchi tempi al Quotidiano, accoglie i nostri auguri. «Pino – spiega Margherita – è atteso per le prove di Assassinio nella cattedrale di Eliot al Teatro Traiano di cui è direttore artistico. È un periodo di super lavoro per lui. A gennaio inizierà un lavoro con Ornella Muti. Per essere a Potenza in tempo – racconta – ha dovuto fare i miracoli. È arrivato alle dieci la sera dell’8».
E non poteva essere diversamente per una storia nata sotto un numero di così buon auspicio.L’otto rovesciato, infatti, è il simbolo dell’infinito, come auguriamo a Margherita sia la sua unione con Pino.

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