X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

di GIANNI COSTANTINO
SENISE – Da un grande senisese del passato ad uno del presente. Il primo Premio “Nicola Sole”, un bassorilievo di Salvatore Sebaste è stato consegnato dal sindaco Giuseppe Castronuovo nelle mani di Claudio Santamaria. L’attore è arrivato con al seguito la compagna Delfina erede dei Fendi, la piccola Emma nata dalla loro unione,la mamma Lucia senisese doc. Mancavano i due fratelli Ernesto (41 anni) ed Enrico(39). Per una cerimonia ufficiale che più non poteva essere. Che l’arte l’avesse nel sangue era cosa risaputa, almeno a Senise. Claudio è figlio del compianto Giancarlo Santamaria Ferraro (il secondo cognome è ai più sconosciuto e pure Claudio lo ha abbandonato), morto nel giugno del 2002 . Uno che amava lo spettacolo, che cercava ed era ricercato per le sue ottime qualità canore. Cavallo di battaglia “Tanto pè cantà” di Manfredi. Cantava anche a Roma, a Trastevere allorquando lo chiamavano ai matrimoni.
Che effetto le fa ricevere un premio qui?
«Ricevere un premio nella mia Senise mi sembra un sogno indescrivibile. Qui ho la famiglia di mia madre e gli affetti; qui i ricordi degli amici di infanzia. Insomma qui ho il mio cuore».
Quanto ti senti senisese?
«Tantissimo ed ogni volta che ne ho l’occasione lo dimostro; per interpretare al meglio un film con uno scenario agreste mi sono, infatti, richiamato all’odore alle abitudini, alla vita dei contadini senisesi; cose delle quali non avevo bisogno di studiare così come la mia passione per i zafaran(ae) cucinati in tutte le salse come li fa mia madre Lucia». Passione che l’amministrazione comunale, l’Unitrè e la Pro loco conoscevano avendo fatto come regalo sorpresa una serta di zafaran(ae) che Claudio ha indossato a mò di ghirlanda. Poco prima aveva voluto dare un saggio delle sue doti, recitando “La preghiera del poeta” proprio di Nicola Sole, musicata da Giuseppe Verdi: “Dal tuo celeste foco/eterno Iddio/Un core accendi/che di te si allieta”. Una piccola chicca da grande artista che aveva in serbo come sorpresa: «mi ha attratto l’ultima frase in modo particolare ma è tutta la preghiera che è assolutamente incredibile».
Come hai iniziato la tua carriera?
«Da doppiatore in film vari dall’età di sedici anni, una passione che mi porto fin da piccolo, allorquando con mio cugino Giammaria, ci divertivamo a modificare scherzandoci sopra il doppiaggio di alcuni film». L’inizio delle recite vere come in tutte le storie come questa non si può dimenticare. «Sono partito dal teatro, inventando, con gli amici di scuola di Roma una compagnia e mettendo in scena “L’anello di Erode” che abbiamo presentato al festival di Todi; abbiamo girato in lungo ed in largo l’Italia intera con il pulmino che mi aveva prestato mio padre, senza soldi e senza guadagnare nulla. Ad uno di questi spettacoli, quello di Roma, c’era Marco Risi, che mi offrì di fare un provino e da allora è proseguita con “L’ultimo bacio”, ”Romanzo criminale”, “Casinò Royal”, fiction varie e poi il doppiaggio di Batman». Ed in mezzo i tantissimi premi ricevuti, fino alla reincarnazione di Rino Gaetano (perchè suonasse hanno dovuto trovare una chitarra con la tastiera a destra, essendo egli mancino), in cui ha dimostrato, se mai ve ne fosse bisogno, tutto il suo talento. Cose comunque passate. Ci sono i prossimi impegni che non lasciano fiato al giovane artista (lo ricordiamo ha trentacinque anni essendo nato nel 1974), come ad esempio il sequel di Ultimo bacio, “Baciami ancora” e poi altre fiction Rai ma anche altri film in uscita tra i quali uno francese ed altre opere che vedremo sicuramente durante il 2010 o poco più in là. Poco prima di prendere in mano la chitarra con tastiera a destra ed intonare, per il piacere assoluto dei presenti che subito si sono infiammati, le note immortali di alcune canzoni di quello che Claudio chiama un poeta straordinario, Rino Gaetano, c’è tempo per alcune altre domande.
Come ti sei trovato in questo mondo di artisti, dove quasi sempre devi sgomitare per farti spazio?
«Non è vero che devi per forza sgomitare, almeno non sempre; a me non piace sgomitare assolutamente. Mi piace invece lavorare e guadagnarmi la stima senza calpestare i piedi a nessuno».
Qual è la differenza sostanziale tra la cinematografia Italiana e quella americana?
« Nei soldi,loro investono e pure tanto, perché hanno capito che lo spettacolo rappresenta una miniera d’oro. Da noi invece, si è persa la capacità di scrivere storie visto che nessuno incentiva in nessun modo; non si investe nell’arte in tutti i suoi aspetti e men che meno nello spettacolo».
Claudio, un’ultima domanda: perché ami tanto Senise, oltre alle motivazioni che abbiamo già detto?
«Perché qui ritrovi la vera dimensione che non puoi trovare in una città, dove non fai altro che incontrare maschere vere o presunte che proprio perché sono tali, ti allontanano dalla realtà e ti soffocano, non ti fanno vivere. A Senise si respira la vita». Subito dopo ci ha pensato il pubblico a circondarlo di affetto,quello vero,quello che questo grande artista lucano merita.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE