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La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Piero Amato (in foto), ha dichiarato lo stato di crisi di mercato per il comparto agricolo e per le sue produzioni, chiedendo contestualmente al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali l’emanazione del decreto che fissi lo stato di crisi, allo scopo di porre gli imprenditori agricoli nelle condizioni di beneficiare di quanto disposto dalla legge 71/2005 e dalla legge 231/2005, e di esentare gli stessi produttori anche dal pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali per la campagna in corso.
Già lo scorso 8 ottobre – spiega una nota della Regione – la Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome aveva evidenziato con una nota al Governo nazionale che la crisi economica e finanziaria che sta interessando tutti i comparti produttivi ha ormai assunto proporzioni drammatiche per l’agricoltura italiana, alimentando le già gravi difficoltà strutturali in cui da anni versa il settore delle produzioni agricole.
«L’allarme lanciato dal mondo delle aziende agricole – ha dichiarato l’Assessore Amato – contiene il rischio che venga compromesso in modo irreversibile il lavoro e gli investimenti di intere generazioni di agricoltori e di famiglie del mondo contadino». Anche le Organizzazioni professionali avevano rappresentato la situazione della gran parte delle produzioni agricole e degli allevamenti della Regione Calabria. Le quotazioni di mercato delle nostre produzioni sono ormai da mesi livellate su valori assolutamente insufficienti e scarsamente remunerativi, per di più caratterizzate da frequenti oscillazioni dei prezzi all’origine.
I costi di produzione – continua il comunicato – sono, per contro, aumentati per tutte le produzioni a livelli insopportabili. La perdita di redditività interessa la maggioranza dei comparti agricoli della nostra Regione (cereali, vino, olio, zootecnia e florovivaismo rappresentano circa l’80% della produzione lorda vendibile agricola regionale) e fa registrare già oggi la cessazione di attività di unità produttive anche fortemente strutturate. Se il Ministro decreterà lo stato di crisi si potranno attivare le procedure di cui alla legge 71/2005, per effetto della quale gli imprenditori agricoli, le cui produzioni sono colpite da grave crisi di mercato, possono accedere ai benefici di cui al decreto legislativo 102/2004, nell’ambito delle disponibilità del Fondo di solidarietà nazionale. Ai predetti imprenditori agricoli si applicano altresì le disposizioni di cui alla legge 212/2000, anche con riferimento ai versamenti degli oneri previdenziali, fermo restando che la sospensione o il differimento del termine per gli adempimenti degli obblighi tributari e previdenziali non deve determinare uno slittamento dei relativi versamenti all’anno successivo a quello in cui sono dovuti. Per i medesimi imprenditori – conclude il comunicato – verrebbe disposta la sospensione di dodici mesi del pagamento delle rate e degli effetti del credito agrario.

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