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Salvatore Cirafici, che era responsabile della gestione delle richieste di intercettazioni telefoniche o di informazioni da parte dell’autorità giudiziaria per la Wind, è stato arrestato e posto ai domiciliari per rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento e minacce nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Crotone su presunte irregolarità nella realizzazione di alcune centrali elettriche. Il provvedimento, emesso dal gip di Crotone, è stato eseguito sabato scorso, ma si è appreso solo oggi. Cirafici, secondo l’accusa, avrebbe rivelato ad un ufficiale dei carabinieri, il maggiore Enrico Maria Grazioli, anche lui indagato, che era intercettato dalla Procura di Crotone ricevendo in cambio favori da parte dell’ufficiale. L’accusa di minacce, secondo quanto si è appreso, sarebbe riferita al tentativo di Cirafici di far modificare le dichiarazioni rese da Grazioli al pm della Procura di Crotone, Pierpaolo Bruni, titolare dell’inchiesta. Nelle scorse settimane, la procura di Crotone aveva anche emesso un decreto di ispezione nei confronti di Cirafici sospettando che avesse la disponibilità di schede della Wind “coperte», che risultano, cioè, disattive ai controlli di magistratura e forze dell’ordine, anche se in realtà funzionanti. Una di queste schede, secondo quanto accertato dagli investigatori, era utilizzata dallo stesso Cirafici. Sull’inchiesta, secondo quanto si è appreso, continua ad essere competente la Procura di Crotone, dopo che la Procura generale della Cassazione ha modificato un primo parere che spostava la competenza a Roma, riattribuendola poi a Crotone, dopo il parere del gip.

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