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«Noi consideriamo improponibile, nella formazione di coalizioni e di maggioranze, il coinvolgimento di forze politiche di esplicita collocazione centrista e moderata come l’Udc». A dichiararlo in una nota gli esponenti di Rifondazione Comunista Pino Commodari (in foto), Danilo Barreca e Francesco Saccomanno. «Giudichiamo favorevolmente – aggiungono – la rinuncia del Prc, Pdci e della Sinistra euromediterranea (Sem) e, quindi, del candidato, Tonino Perna, a partecipare alle primarie. Da sempre siamo contrari a questo strumento e lo abbiamo esternato allo stesso Perna.
Le primarie vanno rifiutate perchè si realizza una democrazia autoritaria, presidenzialista e populista, che ammantata da una falsa ed inesistente partecipazione, in quanto la si invoca solamente per scegliere il candidato, annulla la democrazia dal basso e concentra il potere, nella nostra regione in particolare, nelle mani di pochi feudatari, proprietari dei simboli e signori delle tessere. Con le primarie si sancisce la fine dei partiti intesi come strumenti di partecipazione, di costruzione del consenso, che concorrono ‘con metodo democraticò, come afferma la Costituzione Italiana, a determinare la politica locale e nazionale».
«Riproponiamo ancora una volta – proseguono Commodari, Barreca e Saccomanno – il giudizio espresso dalla Segreteria nazionale sulla Calabria (e fatto proprio all’unanimità dal comitato politico regionale): ‘Nel caso specifico della regione Calabria, occorre prendere atto che, nonostante alcuni provvedimenti positivi assunti, gli elementi di gran lunga prevalenti nella percezione di massa sono due: da un lato il degrado della vita pubblica contrassegnato dal moltiplicarsi di inquietanti episodi di illegalità che hanno coinvolto le forze politiche e lo stesso governo regionale, e dall’altro – ed intrecciato con questo – il permanere di contraddizioni evidenti, prima fra tutte la gestione della sanità regionale. Allo stato attuale la questione morale permane in tutta la sua drammaticità, anche alla luce dei provvedimenti assunti dalla magistratura, che potrebbero tradursi in azioni giudiziarie più pesanti nei confronti dello stesso presidente della giunta regionale di qui a breve. Prioritario è perciò superare la divisione verificatasi nel centro-sinistra con la dissociazione annunciata dell’Italia dei valori e quelle annunciate di altri settori. Questo fatto mette già ora in discussione la possibilità che il centro-sinistra si presenti unito; conseguentemente, ciò comporterebbe la probabile sconfitta dello stesso a beneficio della coalizione di centro-destra. In questo quadro serve un salto di qualità della nostra azione e proposta politica e sarebbe totalmente insufficiente un puro continuismò.
Il Segretario regionale, non può continuare ad affermare che Loiero, e con lui chi fa parte di questo sistema, può essere sostenuto dal Prc, perchè, per le ragioni su esposte, e votate anche da lui, è vero il contrario». Gli esponenti del Prc sostengono inoltre che «a proposito del sostegno a Loiero, siamo al servilismo puro, perchè non può essere definito diversamente “l’apprezzamento” rivolto nei confronti del Presidente della Giunta regionale, per averci dato fiducia dopo la sconfitta elettorale alle politiche del 2008. Tutto ciò fa male ai comunisti, alla sinistra ed alla nascente Federazione della Sinistra in quanto soggetto autonomo ed alternativo al pd. La proposta di allargare il centro-sinistra a forze centriste e segnatamente all’Udc è, come è avvenuto ieri a Lamezia Terme, il segno dell’involuzione che stanno subendo il centro sinistra e, purtroppo, anche settori del nostro partito. Noi consideriamo improponibile, nella formazione di coalizioni e di maggioranze, il coinvolgimento di forze politiche di esplicita collocazione centrista e moderata come l’Udc.
Con questa forza se è possibile realizzare convergenze sul piano della difesa delle garanzie democratiche, come è avvenuto in occasione della legge elettorale per le europee, non è tuttavia possibile dar vita ad alleanze elettorali o di governo, date le evidenti differenze sul piano politico e programmatico».
«Noi continuiamo a sostenere – concludono – che la coalizione di centro-sinistra, su cui già pesava l’eredità negativa del precedente governo di centro-destra, ha fallito, perchè è venuta meno ai programmi e non ha segnato alcuna discontinuità. Chi ha la responsabilità del fallimento del centro-sinistra va superato; bisogna voltare pagina per dare una nuova speranza di cambiamento ai calabresi».

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