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di ANTONELLA CIERVO
UNA lunga serie di attentati e nessuna denuncia.
Non è molto per portare avanti un’indagine e interrompere sul nascere un’attività in crescita, ma gli uomini della III sezione reati contro il Patrimonio della Polizia di Matera e del commissariato di Scanzano jonico hanno ignorato la reticenza delle vittime e sono andati avanti. Il risultato è stata l’operazione Agroracket che ieri ha condotto all’arresto di Gerardo Schettino, 45 anni di Scanzano, accusato di tentata estorsione ed estorsione continuata ai danni di un imprenditore agricolo, vittima da oltre un anno di “avvertimenti” da parte dell’organizzazione coordinata dal pregiudicato che imperversava fra Scanzano e le zone limitrofe.
L’operazione, che rappresenta solo il primo tassello di un puzzle molto più ampio, (su cui sono al lavoro da tempo gli uomini guidati dal capo della Mobile di Matera, Nicola Fucarino e dal commissario di Scanzano, Roberto Cirelli), dovrebbe consentire di scardinare definitivamente un meccanismo che, come ha sottolineato il procuratore capo di Matera, Giuseppe Chieco conta fondamentalmente sul silenzio delle vittime.
Le prime richieste giunte all’imprenditore agricolo, tra il dicembre 2008 e il novembre 2009, erano passate da 12.000 euro a 8.000 di cui solo la metà è stata versata. Per convincere l’uomo e dimostrare che si faceva sul serio, Schettino e i suoi “collaboratori” avevano danneggiato più volte la proprietà dell’uomo portandolo così a versare la rata pattuita per la protezione.
«Elementi molto solidi – sono quelli definiti dal procuratore capo Giuseppe Chieco, che ha illustrato i particolari dell’operazione conclusa con l’arresto dell’uomo, su richiesta dello stesso Chieco e di Valeria Farina Valaori – che sono giunti nonostante la mancanza di contributi da parte dell’imprenditore vittima dell’estorsione che ha negato ogni episodio. Per lui, comunque, scatta la denuncia di favoreggiamento, come per chiunque non segnali di essere stato vittima di estorsione. L’attività di indagine della Polizia ci ha consentito comunque di giungere ad un risultato positivo. Matera – ha aggiunto Chieco – è il capoluogo di provincia italiano con il più basso indice di criminalità. C’è però una sola criticità: il Metapontino e la sua lunga serie di episodi di intimidazioni o danneggiamenti nei confronti di imprenditori e commercianti».
Il fenomeno, che nell’ultimo anno ha segnato un aumento degli episodi, deve però contare su quel rapporto di fiducia nelle istituzioni che conduce alla denuncia. «Abbiamo bisogno di avere la collaborazione e il contributo da parte delle vittime che devono credere negli organi dello Stato, nelle forze dell’ordine e nella magistratura – è l’appello che lancia il Procuratore».
Dietro di lui 11 uomini della Polizia di Stato.
In piedi, immobili, un esercito silenzioso che agisce ogni giorno in un territorio tenuto perennemente sotto controllo, pur fra le difficoltà di chi non ha nessuna intenzione di collaborare ma pretende che lo Stato lo difenda comunque, come impone il dovere.
a.ciervo@luedi.it

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