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di LUCIANO CONTE
“La violenza degli uomini nei confronti delle donne costituisce una violazione dei diritti umani, in particolare del diritto alla vita, alla sicurezza, alla dignità, all’integrità mentale e fisica nonché alla scelta e alla salute sessuale e riproduttiva”; si tratta di “un problema strutturale diffuso in tutta l’Europa e nel mondo intero collegato all’iniqua distribuzione del potere tra donne e uomini” nella società. È quanto afferma il Parlamento europeo in una risoluzione in cui si chiede l’istituzione di una base giuridica chiara per la lotta contro tutte le forme di violenza contro le donne, invitando la Commissione a proporre una direttiva globale sull’azione di prevenzione e di lotta, per affrontare le cause profonde della violenza “attraverso misure preventive, azioni nel campo dell’istruzione e campagne di sensibilizzazione“. L’esortazione è rivolta agli Stati Membri perché migliorino le proprie leggi e le proprie politiche ,dando concreto sostegno alle organizzazioni di volontariato che forniscono accoglienza e aiuto psicologico alle donne vittime di violenze. Il riconoscimento, come reati, della violenza sessuale e dello stupro, anche all’interno del matrimonio e di rapporti intimi non ufficializzati, nei casi in cui la vittima non fosse consenziente, è il presupposto perché tali reati siano perseguibili d’ufficio. Ogni riferimento a pratiche culturali, tradizionali o religiose o a tradizioni come circostanze attenuanti in casi di violenza contro le donne, compresi i cosiddetti “delitti d’onore” e le mutilazioni genitali femminili (che sono una realtà nell’Ue), sono da respingere con misure adeguate, perseguendo chiunque le realizzi ed esaminando con urgenza “le gravissime violazioni” dei diritti umani perpetrate nei confronti delle donne rom per punire i colpevoli e per fornire un adeguato indennizzo alle vittime della sterilizzazione forzata. Il Parlamento europeo insiste, inoltre, sulla necessità di migliorare la collaborazione tra gli operatori della giustizia e di trovare i mezzi per eliminare gli ostacoli al riconoscimento degli atti giuridici in altri Stati membri, “ivi comprese le condanne per reati di violenza di genere e le misure restrittive adottate nei confronti degli autori delle violenze”. Chiede ancora, nell’ambito del Sistema europeo d’informazione sui casellari giudiziari, che “venga accordato un posto di rilievo ai precedenti di violenza di genere”. Per le donne che sono vittime della violenza e delle reti della tratta, è un atto di civiltà improrogabile dare “accesso a un’assistenza legale gratuita” per far valere i propri diritti in tutta l’Unione, indipendentemente dalla loro nazionalità; come “la tolleranza che l’Europa manifesta nei confronti della prostituzione” determina “l’intensificarsi della tratta di donne nel suo territorio a fini sessuali e il conseguente aumento del turismo sessuale“. La rappresentazione della donna, “spesso distorta e consumistica”, fornita dai media, “pregiudica il rispetto della dignità umana”. Il Parlamento europeo invita, infine, i governi nazionali e la Commissione a intraprendere un’azione concertata comprendente campagne di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica sulla violenza domestica e strategie che consentano di modificare, tramite l’istruzione e i media, gli stereotipi sociali sulle donne.

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