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E’ iniziata nel Municipio di Rosarno la riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, in seguito ai gravi disordini verificatisi in città dopo il ferimento di due extracomunitari. Il palazzo municipale continua ad essere presidiato da un centinaio di cittadini, in attesa delle decisioni dei responsabili della sicurezza. Vincenzo Falleti, esponente del comitato spontaneo dei cittadini rosarnesi costituitosi dopo la rivolta degli immigrati, ha comunque fatto sapere che la loro posizione è irremovibile e che la soluzione del problema passa esclusivamente per l’allontanamento degli immigrati dalla cittadina della piana di Gioia Tauro.
Alcune decine di abitanti di Rosarno, dunque, hanno occupato il Municipio per protestare contro la presenza degli immigrati e chiedere che vengano mandati via. I promotori della protesta, mentre altre persone stanno proseguendo il blocco stradale lungo la Statale 18, hanno chiesto di incontrare il commissario prefettizio al quale, secondo quanto hanno riferito, vogliono chiedere di attivarsi immediatamente per fare allontanare gli immigrati che vivono in paese dopo gli incidenti accaduti ieri. «Non siamo più disponibili – ha detto uno degli abitanti – a tollerare questa situazione».
Oltre al municipio, il gruppo di cittadini di Rosarno ha attuato un blocco lungo il tratto della Statale 18 che attraversa il centro abitato.
Nonostante il malcontento e la rabbia dei cittadini, alcuni di questi hanno però tentato di instaurare un dialogo con gli immigrati.
In particolare, si tenta una ricomposizione della situazione soprattutto da parte di qualcuno degli abitanti di località Bosco, che è quella in cui si trova il centro ex Opera Sila in cui sono ospitati gli immigrati.
«Noi vi garantiamo rispetto – ha detto un abitante ad uno degli immigrati – ma voi dovete rispettare noi e gli episodi accaduti ieri non devono più ripetersi, altrimenti la situazione diventa incontrollabile e c’è il rischio di reazioni pesanti. Negli incidenti di ieri sono stati coinvolti donne e bambini e questo non è accettabile».
La persona che ha parlato ha riferito ai giornalisti di essere anche un datore di lavoro degli immigrati perchè proprietario dei campi agricoli in cui viene raccolta la frutta. «Con gli immigrati – ha detto – noi abbiamo un buon rapporto. Io li pago puntualmente dando ad ognuno 30 euro al giorno. Non è moltissimo ma non è nemmeno, mi pare, una paga da fame. Non è giusto che veniamo ripagati con il terrore e gli atti di intemperanza, come è avvenuto ieri. Adesso vogliamo che la situazione ritorni alla calma, ma perchè questo avvenga ci vuole la collaborazione degli immigrati, che devono finirla con gli atti di teppismo».
All’abitante ha risposto Kennedy, di 45 anni, ghanese, uno degli immigrati che vivono in località Bosco. «Noi non vogliamo fare del male a nessuno, ma il rispetto che ci viene chiesto deve essere garantito anche a noi. Vogliamo la pace e non la guerra e siamo pronti al dialogo se non subiremo altri atti di violenza». Dunque resta alta la tensione nel centro reggino, dove gli immigrati si sono abbandonati ad atti di vandalismo danneggiando vetrine e rovesciando cassonetti dell’immondizia e suscitando la protesta degli abitanti.
Intanto si è appreso che una delegazione di abitanti di Rosarno incontrerà a breve il commissario prefettizio del Comune, Francesco Bagnato, per i individuare una soluzione che possa convincere gli stessi cittadini a sospendere le proteste in atto, tra cui il blocco stradale lungo il tratto della Statale 18 che attraversa il paese. La situazione che maggiormente preoccupa lo stesso commissario e le forze dell’ordine, adesso, è la reazione degli abitanti di Rosarno contro gli immigrati, che sono rientrati nei centri di ricovero, dopo gli incidenti di ieri.

TASK FORCE A ROSARNO
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, questa mattina ha convocato una riunione al Viminale a seguito dei fatti di Rosarno. Al termine dell’incontro, è stato deciso di costituire oggi stesso presso la Prefettura di Reggio Calabria una task-force composta dal: Ministero dell’Interno, quello del Lavoro e Regione Calabria, per affrontare la questione non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati allo fruttamento del lavoro nero e all’assistenza sanitaria.

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