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Crotone – Dei 420 immigrati trasferiti da Rosarno al centro d’accoglienza (Cara) crotonese, domenica scorsa, solo 4 sono richiedenti asilo politico e quindi sono rimasti all’interno della struttura. Tutti gli altri, in possesso di regolare permesso di soggiorno, sono partiti alla ricerca di lavoro e amici nelle principali città italiane.
Solo in 20 saranno trasferiti in giornata nei Cie di Lamezia (Cz) e Bari. Sono attualmente 682 – rendono noto le Misericordie – gli ospiti presenti nel Centro di S.Anna, in prevalenza di nazionalità irachena, afgana e turca. In giornata farà tappa nella struttura lo staff dell’organizzazione umanitaria «medici senza frontiere» e un gruppo di manifestanti del movimento «No global».

Bari – Su 324 immigrati arrivati da Rosarno a Bari circa 200 sono in possesso di un regolare permesso di soggiorno e, mano a mano che procedono le procedure di identificazione, sono lasciati liberi. Lo ha riferito Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Organizzazione internazionale migrazioni che è presente con un suo team nel capoluogo pugliese: «Poco più di 30 persone trovate in condizioni di irregolarità – dice Di Giacomo – sono invece state trasferite nei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie) della zona dove, secondo la normativa vigente, possono essere trattenuti fino a un massimo di 6 mesi. 14 persone, con alle spalle un provvedimento di espulsione non rispettato, e alcune anche con precedenti penali, sono state invece arrestate, sempre secondo quanto stabilito dalla legge».
Tanti degli extracomunitari arrivati da Rosarno non hanno ricevuto paga per il lavoro svolto. «Molti migranti ci hanno raccontato – riferisce, infatti, Di Giacomo – di non essere stati pagati nel corso delle ultime due o addirittura tre settimane di lavoro a Rosarno. Un lasso di tempo inaccettabile per chi già si trova in condizioni di vita difficilissime».
Secondo il portavoce dell’Oim, il fatto che la maggior parte dei migranti abbia un permesso di soggiorno dimostra come il problema dello sfruttamento di manodopera straniera vada oltre il problema dell’irregolarità. «I migranti con permesso di soggiorno di Rosarno – osserva – sono probabilmente persone che hanno perso un lavoro regolare e che purtroppo in questa stagione hanno avuto la possibilità di trovare un’occupazione solo nel settore agricolo. Cadendo però nelle mani di sfruttatori che, invece di metterli in regola, li hanno fatti vivere e lavorare in condizioni assolutamente non dignitose e non rispettose dei più elementari diritti della persona».

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