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Opposizione alla Provincia e pungolo al partito. Quello di Enzo Bruno, ex capogruppo ed attuale portavoce del gruppo a Palazzo di Vetro è un ruolo delicato. Eppure, andare avanti è necessario. Fondamentale. Nell’Ente intermedio. Ma soprattutto nel Partito democratico. E di certo il politico, originario di Vallefiorita, non intende tirarsi indietro. Anzi. È pronto a marciare spedito verso il debutto del partito. Quello vero. Nel e sul territorio. Lì dove, non ha difficoltà a dirlo, i circoli dovevano essere una realtà già consolidata. Ma qualcosa è andato storto. Il partito vive ancora una fase di stallo. E, soprattutto in Calabria, quello attuale è un momento di grande ed intensa riflessione. In molti lo scorso cinque settembre, hanno attraverso la tortuosa Salerno-Reggio Calabria per ascoltare Massimo D’Alema. Ed in molti intendono fare tesoro delle parole dell’ex leader della Quercia, che ha parlato del Pd come di un grande partito fatto di persone vere, dentro il quale ognuno è chiamato a dare il proprio contributo, che non può essere dominato dall’assillo di fare cadere il Governo, ma deve costruire un’alternativa per il futuro. Così la pensa anche Enzo Bruno. Anche in quello che è il ruolo dell’opposizione alla Provincia di Catanzaro.
Dopo la pausa estiva, da dove si riparte?
“Si riparte dall’opposizione alla Provincia, dove intendiamo portare avanti il mandato nel rispetto del responso popolare. Senza scontri ma senza preconcetti sul tipo di opposizione da fare. Ragioniamo nell’ottica di voler fare il bene della popolazione e quindi non siamo preconcettualmente contro alla maggioranza. Su alcune cose intendiamo ripartire con grande determinazione. Cosi come abbiamo fatto per le commissioni, facendo valere le nostre ragioni secondo quanto sancito dallo statuto. Nei prossimi mesi lavoreremo seguendo sei direttive. A partire dai debiti fuori bilancio. In tal senso abbiamo già riscontrato un primo segnale, con la proposta avanzata in consiglio provinciale, dove abbiamo sollecitato gli uffici a rendicontare la situazione economia dell’Ente, anche alla luce dell’accordo con le altre provincie. Inoltre, abbiamo demandato alla commissione bilancio il compito di rendicontare i redditi della Provincia. Un risultato che abbiamo raggiunto grazie al lavoro dell’opposizione. Intendiamo portare avanti la proposta di istituzione dei circondari. Sappiamo che il presidente Ferro è contrario, ma noi cercheremo di portare avanti questa proposta. Il territorio deve crescere dentro ad un contesto unitario. La terza questione riguarda il sistema della depurazione. Vogliamo fare chiarezza senza ricorrere al rimpallo di responsabilità. L’altra questione riguarda le deleghe che la Regione deve trasferire alla Provincia. Rispetto a questo tema è giusto riconoscere il lavoro fatto dal presidente della Regione che ha imboccato la strada giusta. A questo punto è necessario portare a compimento questo percorso. La quinta traiettoria che seguiremo riguarda il piano territoriale di coordinamento. Nelle prossime settimane organizzeremo un’iniziativa molto importante per consentire all’opposizione esprimere un’opinione su questo strumento di programmazione. Presenteremo le nostre proposte nel corso di un’iniziativa che avrà luogo nella città capoluogo. L’ultimo argomento è quello dell’edilizia scolastica. Vogliamo evitare che gli studenti debbano ricorrere allo sciopero per avere le aule in cui studiare.
Per quanto riguarda, invece, il Partito democratico, da dove si riparte?
Viviamo un momento di indubbia difficoltà. I circoli non sono stati costituiti. Ha fatto bene D’Alema a puntare il dito. Non possiamo perdere consensi ed elettori. Soprattutto per chi come me viene da un territorio dove la politica nasce e cresce nelle sezioni.
Cosa accadrà secondo Lei?
Mi auguro che a Catanzaro ci sia una spinta capace di dare una svolta al partito senza cedere a tentazioni di carattere personale visto che, tra qualche anno ci saranno scadenze elettorali importanti.
Riuscirete a tagliare il traguardo “Primarie”?
“Dobbiamo mettercela tutta per rispettare i tempi. Non farlo significherebbe non rispondere alle direttive nazionali e regionali del partito.

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