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di MICHELANGELO FERRARA
E’ STATA confermata l’ipotesi del suicidio da soffocamento per Nicolina Taddonio, di 61 anni – conosciuta come la «Santona di Matera». La donna è stata trovata morta domenica nel suo letto dalla badante e dal convivente richiamati da un urlo straziante.
L’esame autoptico disposto dal pubblico ministero Annunziata Cazzetta è stato eseguito nell’obitorio del cimitero nella tarda mattinata di ieri dal medico legale Antonio De Donno ed anche se in maniera ancora ufficiosa la pista più accreditata è quella del suicidio. L’autopsia svoltasi in maniera approfondita è durata alcune ore ed ha confermato l’assenza di segni di violenza e colluttazione sul cadavere, mentre è stata riscontrata un’ecchimosi di qualche settimana fa e delle micro lesioni interne compatabili con il soffocamento e l’occlusioni delle vie respiratorie. Anche le dichiarazioni raccolte durante l’interrogatorio della badante confermerebbero la versione del suicidio. A sgombrare la mente da ogni dubbio, sarà l’esito dei test istologici e tossicologici che richiederanno ancora qualche giorno di attesa.
Intanto, trova conferma il quadro clinico critico della stato di salute della donna resosi ancora più grave dai problemi psicologici legati alla vicenda giudiziaria che vide la vittima accusata di plagio e di associazione per delinquere finalizzata al sequestro di persona e circonvenzione di incapace. Solo a distanza di anni la donna fu assolta, ma questo non servì a ripagarla sul piano fisico e morale per le ingiuste accuse. Infatti, a causa delle crisi depressive già in passato pare avesse tentato il suicidio. Ciò nonostante la donna ha continuato nel suo cammino religioso fino agli ultimi giorni prima di compiere il gesto estremo. Dopo il nulla osta del magistrato, le esequie sono previste per il pomeriggio di oggi alle ore 15.30 nella chiesa dell’Immacolata di Via Cererie.
La donna è stata trovata con un fazzoletto in bocca riversa sul letto della sua camera. A fare la macabra scoperta è stata la badante, che viveva in casa con lei e che, alle 8.30 di domenica mattina, ha udito un urlo provenire dalla camera da letto. Immediatamente è accorso anche il convivente e, nonostante lo stato di choc, è subito partita la chiamata al 118.
Sul posto sono arrivati i sanitari, che dopo il tentativo di rianimare l’anziana con le piastre, nulla hanno potuto che constatarne il decesso. Le vie respiratorie erano occluse e l’ispezione cadaverica non presentava segni particolari di violenza.
La donna pare soffrisse di problemi psichici legati alla vicenda giudiziaria che la vide coinvolta negli anni Novanta e già in passato aveva mostrato gravi segni di sofferenza.
Nonostante nell’aprile del 2007 fosse stata assolta dall’accusa di plagio e di associazione per delinquere, finalizzata al sequestro di persona e circonvenzione di incapace. Negli ultimi tempi la donna era prostrata sul piano fisico e morale per le ingiuste accuse. Le vicende giudiziarie risalgono agli anni 1994-1995 e vedono Nicolina Taddonio, impiegata di un ente publbico, accusata di aver plagiato gli ospiti della comunità religiosa “Cuore Immacolato di Maria – Casa del divin fanciullo” da lei fondata nel 1992 nella città dei Sassi e attiva fino al 1994 in contrada Guirro di La Martella. Inizialmente era ben vista dalla Chiesa locale, ma pare che Nicolina si fosse smarrita strada facendo. Il vescovo di Matera stava per approvarla, ma giunsero prima le denunce dei genitori, che diedero inizio al procedimento giudiziario L’accusa, formulata nei confronti della donna, poi assolta, era di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la persona, come l’aver procurato lo stato di incapacità di intendere e volere, mediante suggestione e captazione psicologica, nei confronti di frequentatori della comunità religiosa.

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