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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Ha fatto discutere. E farà ancora discutere la questione relativa all’alleanza del Pd (e quindi del centrosinistra) con il partito di Francesco Rutelli che in Basilicata è rappresentato da Vilma Mazzocco. E’ lei che tiene le redini del movimento rutelliano in Basilicata. E nel patto con il centrosinistra lucano non c’è spazio per Roberto Falotico e i suoi Dec. Rimane invece, ben saldo all’interno di Api, come punta di diamante del Materano, l’ex presidente della Provincia Carmine Nigro.
Questo è il punto di partenza. Mazzocco su “suggerimento” dell’ex sindaco di Roma ha chiuso con il Pd e non con il centrodestra. Troppe differenze ideologiche e non solo con il partito di Berlusconi. Ma così facendo ha dovuto accettare in Basilicata il veto espresso dal tavolo del centrosinistra nei confronti del “trasformista” Falotico. E l’ex assessore all’Agricoltura che aveva sciolto i suoi Dec per entrare in Api si ritrova (dopo l’addio di una anno fa al Pd) di nuovo a essere in prima fila.
Colpito da “bordate” da centrosinistra e centrodestra. Perchè è evidente che, per i fatti delle ultime ore, di Falotico si parla anche come “naturale” di nuovo alleato con il Pdl lucano. Ma, quasi a volerne frenare il “semplice” ritorno, è il senatore e coordinatore vicario regionale del Pdl, Egidio Digilio che esce allo scoperto. Digilio infatti in una nota ieri mattina ha immediatamente sottolineato: «La chiarezza per la costituzione di coerenti alleanze politico – programmatiche in vista delle elezioni regionali di fine marzo ha una stretta relazione con i comportamenti etici che, almeno per noi, non sono certamente un elemento secondario».
E poi l’affondo di Digilio: «Il Pdl non è un autobus dal quale uscire o nel quale entrare a secondo della fermata che si preferisce. Atteggiamenti di trasformismo non possono essere tollerati soprattutto dall’elettorato di centrodestra che ha creduto nell’allargamento della coalizione in occasione delle precedenti consultazioni elettorali amministrative e che non ha condiviso, a distanza di qualche mese, repentini cambiamenti di schieramento, pur rispettandone la piena autonomia e senza alimentare polemiche che invece sarebbero state più che giustificate».
E se ci fossero ancora dubbi, Digilio diventa ancora più esplicito: «Pertanto, adesso che si sta precisando la scelta di movimenti e partiti centristi e quindi si diradano le nebbie sulla condivisione del progetto del Popolo della libertà non saranno certo consentiti nuovi trasformismi più o meno mascherati. La “discriminante” dunque, almeno per quanto ci riguarda, non può che essere quella di valutare alleanze politico – programmatiche di partiti e movimenti intorno al nostro progetto e al nostro candidato presidente ma non di singoli esponenti che tra l’altro hanno assunto comportamenti di forte ambiguità».
E’ indiscutibile che Digilio – che in buona sostanza elenca una sorta di decalogo etico di regole per far parte del centrodestra lucano – parla ormai da naturale leader del Pdl lucano; da futuro candidato alle regionali. Perchè al di là dei tatticismi e delle voci romane che si fanno sempre più robuste sulla più che possibile candidatura a governatore lucano del senatore ex di An, è evidente che Digilio stia assumendo un ruolo sempre più centrale nel dibattito politico lucano.
E in questa logica, importanti sono anche le indicazioni di Digilio in chiave liste elettorali: «Ciò anche per dare il legittimo riconoscimento ai consiglieri regionali in carica che hanno svolto il proprio mandato nel massimo dell’impegno e della condivisione del progetto del Pdl resistendo alle “sirene” vecchie e nuove del Pd e al richiamo del sottopotere».
In ogni caso la partita non è ancora chiusa. Almeno per quanto riguarda quello che deciderà Falotico. Ieri infatti, è stata giornata di confronto serrato e di riunioni fiume tra i Dec per comprendere il da farsi in attesa della conferenza pubblica che si svolgerà giovedì a Potenza.
Ma intanto ci sono indiscrezioni secondo le quali Mazzocco avrebbe una soluzione anche per Falotico: i Dec fanno liste autonome al centro e l’Api con il centrosinistra. Poi tra sei mesi a clima politico più disteso si potrebbe immaginare un ingresso, magari dilazionato nel tempo, di Falotico e i suoi nell’Api e quindi di nuovo nel centrosinistra. Si vedrà.
Intanto ci sono frizioni nel centrosinistra per l’allargamento considerato “troppo al centro” dai partiti della sinistra.
Ma già da sabato (giorno in cui dovrebbe riunirsi il vertice di centrosinistra) la temperatura potrebbe scendere.

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