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Un vero arsenale bellico è stato trovato dai carabinieri su un’automobile parcheggiata nei pressi dell’aeroporto di Reggio Calabria. La macchina si trovava in via Ravagnese. La scoperta è stata fatta durante i pattugliamenti predisposti per la visita del Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
L’episodio, stando a quanto si apprende, non è da collegarsi alla visita del presidente, bensì a una banda di probabili estorsori che avrebbero forse avvertito il pericolo proprio per i pattuglioni delle forze dell’ordine che hanno vigilato per l’intera permanenza del Capo dello Stato a Reggio.
I carabinieri hanno escluso dunque, in maniera categorica, che il ritrovamento dell’auto con a bordo esplosivo ed armi legato alla visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Reggio. L’automobile con a bordo esplosivo trovata a 400 metri dall’aeroporto di Reggio Calabria non era parcheggiata lungo il percorso seguito dal Presidente della Repubblica. La vettura individuata da una pattuglia intorno alle 12.30 in via Ravagnese, era regolarmente parcheggiata, ma non chiusa e con un finestrino semi aperto, ed è stata trovata a seguito di un’informazione giunta ai militari. L’auto, una Fiat Marea nera, era stata rubata nei giorni scorsi a Reggio Calabria. All’interno i carabinieri hanno trovato due fucili semiautomatici da caccia calibro 12 con le canne tagliate. Poi, sotto il sedile del guidatore sono state trovate due pistole, una calibro 7.65 ed una 38 a tamburo, e due ordigni rudimentali, un composto da un tubo lungo una trentina di centimetri e largo 12 ed un altro di 15 centimetri per 12, collegati con una miccia a lenta combustione e tre passamontagna di colore verde. Nel bagagliaio, infine, è stata trovata una tanica da due litri con liquido infiammabile alla quale erano attaccati fiammiferi antivento. Secondo i carabinieri, gli ordigni e le armi, con ogni probabilità, dovevano servire a compiere attentati di intimidazione nei confronti di commercianti o imprenditori.
IL PROCURATORE PIGNATONE
«Il ritrovamento dell’auto con esplosivo conferma la situazione di difficoltà che si sta vivendo a Reggio Calabria». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio, Giuseppe Pignatone: «I carabinieri hanno avviato le indagini – ha aggiunto Pignatone – ed a breve contiamo di ottenere maggiori elementi di valutazione per capirne di più». «Ringrazio il Presidente della Repubblica – ha detto ancora il procuratore di Reggio Calabria – per la solidarietà espressaci e per il suo appello a mobilitarsi contro la ‘ndrangheta rivolto a tutte le coscienze in Calabria e fuori».

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