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di ROBERTO SPERANZA
POTENZA – È in corso da ormai diverse settimane un interessante dibattito sulla Basilicata, sul suo passato e sul futuro al quale mi sento di voler dare un contributo nella veste non solo di segretario regionale del Pd ma anche di giovane lucano che, dopo alcune esperienze fuori dalla nostra terra, ha deciso di tornare qui e provare a dare un apporto alla crescita del nostro territorio.
Credo che dentro questo dibattito, che ha oscillato tra analisi economico sociali come quelle di Nino D’Agostino e Paolo Albano e considerazioni più spiccatamente politiche come le ultime di Andrea Di Consoli, sia per me più comodo procedere secondo uno schema per punti, provando a fare il massimo sforzo di onestà intellettuale e sopravanzando il bilancino della strumentalizzazione politica quotidiana.
1) La Basilicata non è un isola felice. Essa vive fino in fondo le contraddizioni, i problemi e anche le potenzialità del mezzogiorno dentro cui è immersa. Eppure nel contesto del meridione c’è una diversità lucana. Una diversità in positivo se guardiamo ad elementi come una minore penetrazione della malavita o una più significativa stabilità politica, ma anche una diversità in negativo se guardiamo ad esempio alla grande questione della perifericità e della lontananza dalle grandi vie di connessione e di scambio, terreno su cui le difficoltà della Basilicata non trovano paragoni nel resto del Sud.
2)In Basilicata esiste una grande questione legata al rapporto tra società e politica. Una regione dai piccoli numeri, con un apparato pubblico e parapubblico ingente, e con una atavica marginalità dell’iniziativa privata, ha come conseguenza diretta una tendenza della politica ad invadere i meccanismi di funzionamento della società, che è spesso debole e, nel tentativo di proteggersi, alimenta un circuito non virtuoso di relazioni con la politica stessa.
3) Ho spesso detto che viviamo dentro un modello di sviluppo ancora troppo assistenziale e compensativo e che oggi la Basilicata, per giocare fino in fondo le sfide che la modernità porta con sé, avrebbe invece bisogno di un modello di sviluppo più aperto, dinamico e competitivo. La difficoltà con la quale la politica spesso si scontra non sta soltanto nella trappola del consenso in cui alle volte si rischia di finire, ma anche in una domanda di assistenza, garanzia e difesa che proviene dalla società stessa. Quante imprese chiedono protezione anziché mercato? Quanti giovani chiedono garanzie e sicurezze anziché la semplice opportunità di provarci e mettersi in discussione?
4) In questi 15 anni di centrosinistra in Basilicata, nonostante le difficili precondizioni di partenza, è emersa una qualità di governo mediamente più alta rispetto alle altre regioni del Sud. Questo è stato costantemente riconosciuto dal dibattito nazionale e ne sono prova le parole che Giorgio Napolitano ha voluto spendere nella sua ultima visita a Rionero. Nessuno pensa che qui abbiano operato i migliori governi del mondo o che i tanti problemi della Basilicata si siano miracolosamente risolti, ma appare con evidenza come rispetto alle altre esperienze del Mezzogiorno qui ha operato un gruppo dirigente autorevole, capace di rappresentare la pluralità della nostra società e di disegnare un progetto di futuro per essa stessa. Gli accordi sull’acqua e sul petrolio, gli screening per la prevenzione oncologica, il computer in ogni casa, la riforma di Asl, Comunità montane, Apt e piano turistico regionale e Piot, le leggi sulla competitività e sulla reindustrializzazione, i bandi sulle giovani eccellenze lucane, il piano energetico regionale sono alcuni degli interventi su cui si è caratterizzata un azione lunga e non facile di affermazione del progresso in Basilicata.
5) Molti di questi temi hanno vissuto nella lunga stagione congressuale del Partito Democratico che ha portato alla mia segreteria regionale dentro un contesto di nuova gestione unitaria del partito. È stato un congresso vero, così come vera è la unità che abbiamo trovato alla fine. Una unità costruita prima di tutto sulla consapevolezza del ruolo che il nostro partito esercita in Basilicata. Un ruolo di guida che obbliga in ogni momento i nostri gruppi dirigenti a far prevalere l’interesse generale della Basilicata alle questioni interne. La discussione surreale di queste ore dentro il centrodestra, unita al fallimento della loro più significativa esperienza di governo nella città di Matera, conferma come tocchi ancora al Pd ed al centrosinistra candidarsi autorevolmente alla guida di una nuova stagione di progresso in Basilicata.
6) Alla vigilia del voto regionale siamo l’unica regione del sud che ha individuato il proprio candidato presidente, che ha consolidato la propria alleanza politica e che si appresta ad una stagione di confronto con i soggetti sociali sulla definizione del programma. Il Pd ha proposto al tavolo del centrosinistra una giornata di mobilitazione che porti ad una discussione sul progetto per i prossimi 5 anni di governo regionale in ciascuno dei 131 comuni della Basilicata. Si tratta di uno sforzo volto a far emergere proposte da quella parte di società lucana che esige una migliore qualità del governo e alla quale noi, più di ogni altro, chiediamo di stare in campo, di affiancarci nel tentativo di dare risposte sempre più adeguate alle sfide che vivono innanzi a noi. Il Pd dentro questo contesto insisterà prima di tutto su tre assi strategici: La connessione materiale ed immateriale, la società della conoscenza e l’economia verde.
7) La Basilicata avrà bisogno di un governo stabile ed autorevole. Capace di far emergere merito, competenze e capacità. La politica dovrà lavorare costantemente a questi obiettivi provando a tenere insieme il meglio delle esperienze emerse in questi anni con una necessaria ed inarrestabile spinta all’innovazione ed al cambiamento, elementi imprescindibili per la ricerca di una sempre maggiore sintonia con la società lucana. La stessa legge di svuotamento del listino, da noi fortemente sostenuta, è un primo significativo passo, anche se certamente da solo non sufficiente, nel percorso di avvicinamento tra cittadini ed rappresentanza politica.
8) Come si capisce avanti a noi ci sono temi complessi e sfide tremende. Proprio per questo è fondamentale approfondire, provando ad evitare approcci demagogici o sterili semplificazioni. Credo sia il tempo di un nuovo grande patto sociale e credo che la politica debba saperlo scrivere chiamando a corresponsabilità attiva la società, provando a valorizzare e promuovere la sua autonomia e le tante energie, che pur tra mille difficoltà qui si muovono. Questa la missione del Pd e del centrosinistra lucano. Qualche ragione in più per votarci. Senza turarsi il naso.

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