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C’È anche Le Grotte della Civita tra i cento alberghi più belli del mondo 2009 per la rivista inglese Tatler.
Un albergo nel Sasso Barisano che riscuote l’attenzione e l’apprezzamento internazionale e che conferma il ruolo di Matera a livello turistico mondiale.
Un ruolo che però non è svolto al meglio se un fotografo di Vigevano, Valerio Li Vigni ha segnalato, con una mail al nostro giornale, la quasi totale assenza di turisti nella sua recente presenza materana e l’iniziativa di aver inserito alcune foto dei Sassi e della città nel sito ufficiale dell’Unesco principale veicolo di promozione internazionale di un territorio.
Due facce insomma di una stessa medaglia che dimostra il patrimonio e il lavoro svolto dal territorio a livello turistico ma anche la grande strada che è ancora necessario fare nelle prossime settimane.
«Sono particolarmente orgogliosa di questo riconoscimento internazionale che premia il nostro albergo ad appena nove mesi dall’apertura.
Sono convinta che l’apprezzamento che Sextantio Le Grotte della Civita stanno riscuotendo sui principali media mondiali possa contribuire allo sviluppo del turismo a Matera, uno tra i patrimoni storici e culturali più straordinari in Europa, purtroppo ancora in parte escluso dai grandi flussi di visitatori dall’estero».
Margaret Berg, ideatrice de Le Grotte della Civita e amministratrice della società DOM proprietaria dell’albergo, ha commentato entusiasta il riconoscimento ottenuto dalla struttura realizzata all’interno del Sasso Barisano, inserito nella guida 2009 dei 100 alberghi più belli del mondo dal magazine britannico Tatler, uno dei periodici internazionali più antichi e prestigiosi con oltre trecento anni di storia.
Sextantio Le Grotte della Civita, inaugurato lo scorso maggio nella zona a ridosso del costone del “Casale” sovrastante la via Madonna delle Virtù, è una struttura alberghiera di 18 stanze realizzate all’interno di antichi conci, oltre a uno spazio comune in un’antica Chiesa e a una serie di terrazze che si affacciano a strapiombo sul fiume Gravina, di fronte alla scenografia unica del Parco della Murgia e delle sue Chiese Rupestri.
Il progetto di recupero che ha dato vita a Le Grotte della Civita è stato caratterizzato da un restauro conservativo estremo, utilizzando unicamente materiale secolare di recupero, dai pavimenti agli arredi, fino alla biancheria proveniente da antichi crolli nuziali.
A confermare la qualità del progetto, ha contribuito nel 2009 l’ingresso nella società di Sextantio, impresa fondata da Daniele Khilgren che negli ultimi dieci anni si è affermata in Italia e all’estero grazie all’impegno nella valorizzazione del patrimonio storico minore italiano, attraverso il recupero di borghi e villaggi dell’Appennino meridionale e la conversione degli stessi in strutture alberghiere.
Il riconoscimento del magazine Tatler si aggiunge ai giudizi lusinghieri di altri media internazionali, che hanno dedicato ampi servizi a Le Grotte della Civita (da Le Figaro a The Times, The Guardian, The Indipendent), chiaramente celebrando la bellezza e il fascino di Matera: fra questi il New York Times, che ha descritto l’albergo nei Sassi come una tra le più straordinarie destinazioni al mondo.
Anche nel futuro prossimo Matera e l’albergo saranno visitati da giornalisti stranieri: nella prima settimana di febbraio, infatti, un gruppo di giornalisti internazionali sarà ospite della struttura di via Civita».
Differente invece il punto di vista che ci viene illustrato da
da Valerio Li Vigni.
«Lo scorso dicembre mi sono recato alcuni giorni a Matera per fotografare questa splendida città. A parte le sensazioni ed il piacere provati, la cosa che mi ha maggiormente sorpreso è stata la quasi totale assenza di turisti, cosa stupefacente considerando che Matera rappresenta un unicum urbanistico pari solo a realtà come Venezia.
Al ritorno a casa mi sono recato sul sito dell’Unesco. Il sito dell’Unesco è uno dei primi 10.000 siti al mondo per numero di utenti e pagine consultate e dal 1994 è senza dubbio il principale volano turistico per le località presenti nei suoi elenchi. Con mia sorpresa ho constatato la presenza di una sola immagine dell’interno di una chiesa rupestre, null’altro.
Ho contattato i responsabili dell’Unesco sottoponendo loro parte delle immagini che avevo appena raccolto; l’Unesco mi ha dimostrato entusiastico apprezzamento e mi sono deciso a firmarne la cessione a titolo completamente gratuito.
Ora a distanza di poche settimane dalla donazione, la scheda relativa a Matera nel sito ufficiale dell’Unesco offre immagini attraenti e volutamente accattivanti scelte con l’obiettivo di attirare l’attenzione e destare curiosità ed interesse.
Ma possibile che nessuno ci avesse pensato prima?».
Già una domanda quest’ultima che risulta più che lecita e che testimonia come nonostante il patrimonio a disposizione e la possibilità di valorizzarlo, ancora non si riesca a coordinarsi adeguatamente per sfruttare al massimo le potenzialità che ci sono.
Matera migliora, cresce, si impone a livello internazionale con le sue strutture e soprattutto il suo patrimonio naturale ma non riesce ancora a farlo a pieno confermando quelle difficoltà di ottimizzazione delle risorse che permetterebbe di fare, definitivamente, l’ultimo e più importante passo per il salto di qualità.

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