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Trova sempre più conferma, man mano che le indagini dei carabinieri vanno avanti, il ruolo della ‘ndrangheta nella vicenda relativa al ritrovamento dell’automobile a Reggio Calabria giovedì scorso, in coincidenza con la visita del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, contenente esplosivo ed armi. Dall’attività investigativa emerge in modo sempre più netto che la presenza dell’auto (una Fiat Marea) rappresenta un segnale lanciato dalla ‘ndrangheta alle istituzioni per rimarcare la sua presenza sul territorio e la sua forza in un giorno particolarmente significativo, sotto l’aspetto istituzionale, per Reggio Calabria, con la presenza del Capo dello Stato. Dopo l’arresto da parte dei carabinieri di Francesco Nocera, il carrozziere accusato di favoreggiamento personale con l’aggravante delle modalità mafiose in relazione al ritrovamento dell’automobile, le indagini proseguono e mirano soprattutto all’identificazione dei complici di Nocera. Complici che, secondo gli investigatori, sarebbero direttamente affiliati alla ‘ndrangheta a conferma del ruolo svolto dalla criminalità organizzata nella vicenda. Intanto sono all’esame del Ris i due ordigni rudimentali, i due fucili, le due pistole, i tre passamontagna e la tanica contenente liquido infiammabile trovati nella Marea nel tentativo di rilevare tracce che possano consentire di risalire all’identità di chi ha lasciato l’automobile, trovata grazie ad una segnalazione confidenziale giunta ai carabinieri.

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