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Lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, ai presidenti della Giunta, del Consiglio Regionale e della Provincia, Agazio Loiero, Giuseppe Bova e Giuseppe Morabito; al Rettore dell’Università degli Studi di Messina, Francesco Tomasello, ed al Preside della Facoltà di Scienze Politiche di quell’Ateneo, Andrea Romano; per conoscenza anche al Prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta. L’hanno scritta i circa trecento studenti del Corso di Laurea in Servizio Sociale di Locri (Sede staccata di Messina) i quali dicono di sentirsi «abbandonati da tutti» e che, pertanto, hanno «intenzione di manifestare in maniera silenziosa a Reggio Calabria, all’ingresso dei luoghi dove giovedi prossimo si terrà il Consiglio dei Ministri, con la speranza che il «nostro silenzio sia una parola forte». È il nuovo grido d’allarme che i giovani del Polo Universitario della Locride lanciano contro la definitiva chiusura del Corso. Al presidente Berlusconi hanno anche scritto una lettera personale nella quale sottolineano che «Dove tutto contribuisce ad alimentare una cultura mafiosa, si sta consumando un vile attentato all’unica e principale agenzia di formazione, che nella città di Locri, dal 2001, ha operato con elevata capacità scientifica e culturale per formare giovani onesti, leali ed amanti della legalità. Il Corso di Laurea in Servizio Sociale – sezione di Locri – dell’Università degli Studi di Messina, che ad oggi ha dato l’opportunità a 300 giovani non solo di laurearsi e di operare a favore della crescita civile e morale» ma anche di occupare posti di lavoro e di «lavorare per migliorare il tessuto sociale e culturale di questo sfortunato comprensorio, sta per essere chiuso per disattenzione e cattiveria politica». Oggi pomeriggio gli studenti hanno anche diffuso una nota stampa con la quale ribadiscono che «Allo stato attuale, la situazione del Polo universitario della Locride, vive nel più totale disinteresse politico. I nostri sindaci e amministratori locali, lentamente stanno «assistendo» inermi alla morte di questo ultimo baluardo culturale». Per questo, sottolineano, «abbiamo deciso di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, che sarà presente a Reggio Calabria il 28 gennaio. Per venerdi 29, abbiamo inoltre convocato alle ore 11,00, un’assemblea studentesca per fare il punto della situazione. Le continue promesse da parte dei politici a più livelli, non ci stanno garantendo la sicurezza che avevamo chiesto alla classe dirigente. Evidentemente ai nostri politici, conviene avere dei giovani ignoranti, che non capiscano con occhio critico il loro operato». Sottolineano, infine, che «La Fondazione che avrebbe dovuto salvarci da questa critica situazione è, allo stato attuale, solo un mero strumento notarile bloccato dalle lungaggini burocratiche».

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