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di ROSSELLA MONTEMURRO
POLICORO – «Se non vuoi avere problemi devi pagare. Se non lo fai sarà un inferno». Per far continuare “senza problemi” l’attività in un cantiere edile, il quarantasettenne Vincenzo Mitidieri aveva chiesto 20.000 euro ad uno dei tre titolari di un’impresa di Policoro. Richiesta che, in un’occasione, era stata anche accompagnata dalle minacce con una pistola. Gli imprenditori, però, hanno avuto la forza e il coraggio di reagire denunciando il tentativo di estorsione al Commissariato di Scanzano della Polizia di Stato. I dettagli dell’operazione Mosaico, che hanno portato all’arresto di Mitidieri (scarcerato nel 2007) con l’accusa di tentata estorsione pluriaggravata e continuata, sono stati illustrati ieri a Matera dal Procuratore della Repubblica Giuseppe Chieco, dal questore Carmelo Gugliotta e dal dirigente della squadra mobile Nicola Fucarino.
Un’operazione lampo, ha spiegato il dirigente Fucarino visto che sono trascorse solo 48 ore dall’atto formale dell’attività estorsiva fino al provvedimento del gip Rosa Bia, confermando come le intese tra procura e questura siano operativamente validissime.
«L’operazione Mosaico – ha aggiunto il questore Gugliotta – è un esempio, anche, della collaborazione tra forze dell’ordine e cittadini».
Cittadini che hanno preferito ribellarsi al racket.
Alcuni giorni fa Mitidieri ha richiesto in un’unica tranche la somma di 20.000 euro ad un imprenditore che, in società con altre due persone, sta realizzando strutture abitative nella zona di Policoro.
Alla richiesta del denaro, Mitidieri si sente rispondere che, se ha bisogno di un posto di lavoro, possono darglielo.
«Non ho bisogno di elemosina. Il problema non è mio, è vostro. Se volete continuare datemi 20.000 euro», è la risposta secca del pregiudicato.
A distanza di un giorno la richiesta diventa stringente, inoltrata con la minaccia di un’arma da fuoco. «Anche se ti rivolgi a polizia e carabinieri, ho centinaia di uomini fuori», ha detto Mitidieri.
Gli imprenditori si rendono conto che l’unica via d’uscita è quella di chiedere aiuto alle forze dell’ordine.
La polizia in 24 ore identifica l’estorsore, in altre 24 arriva il provvedimento del gip Rosa Bia su disposizione del pm Annunziata Cazzetta.
Alle quattro di notte una ventina di agenti del Commissariato di Scanzano e della prima sezione Crminalità organizzata della Squadra Mobile di Matera giungono a casa di Mitidieri. Una villetta con giardino, “presidata” da tre rottweiler, recintata da un cancello che i poliziotti sono costretti a scavalcare poiché il padrone di casa non aveva nessuna intenzione di aprire.
«E’ una riprova dell’ottimo lavoro svolto qui a Matera dalle forze dell’ordine. – ha affermato il procuratore Chieco – Questo è il terzo incontro per illustrare operazioni di servizio effettuate con successo, l’ennesimo episodio di estorsione avvenuto nel Metapontino. A differenza di quanto avvenuto con l’arresto di Gerardo Schettino a Scanzano, c’è stata la collaborazione piena da parte delle vittime».
Proprio come Schettino su Scanzano era il punto di riferimento della criminalità locale, Mitidieri era considerato il catalizzatore della criminalità policorese: per questo, proseguono le indagini della polizia per accertare eventuali legami trai due esponenti della criminalità specializzati in estorsioni. La questura, inoltre, continua ad invitare gli imprenditori della fascia jonica a denunciare fenomeni estorsivi.

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