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POTENZA – Una bolletta da 2.807 euro non fa piacere a nessuno. Ma se il tuo reddito mensile è di appena 265 euro, la questione si complica un po’. Michele Lorusso abita a Bucaletto, in una di quelle case volute – chissà da quale fantasioso architetto – a forma di rombo. Vive da solo in uno spazio ridotto, pochi metri quadri in cui sono concentrati i fornelli, il bagno e il letto. Non deve essere abituato ad aver visite: ha solo una sedia, quella che gli serve per sedersi ogni giorno, in compagnia soltanto del suo cagnolino.
Michele Lorusso è invalido al 100%. Considerato inabile al lavoro, vive con la sola pensione sociale, quella di 265 euro. Un reddito nel quale dovrebbe far rientrare tutte le spese: bollette, spesa, medicine, affitto. «Ma io come faccio?», domanda allargando le braccia e mostrando la fattura di Acquedotto lucano. Una bolletta un po’ troppo cara per Michele Lorusso che, infatti, in una lettera inviata all’ente ha sottolineato di non avere in casa «la fontana di Trevi o le cascate del Niagara».
La fattura inviata da Acquedotto lucano, in effetti, prende in considerazione un periodo piuttosto vasto: va dal 25 settembre del 2003 al 22 aprile del 2009. Circa sei anni di consumo, calcolati effettivamente solo dall’aprile dello scorso anno, quando cioé Acquedotto lucano ha installato i contatori a Bucaletto e, quindi anche a casa di Michele Lorusso. Ma anche su questo bisogna essere precisi, perché è vero che i contatori a Bucaletto ci sono dallo scorso anno, ma è anche vero che nessuno va a controllare quanto effettivamente i cittadini consumano.
«Si calcola – spiega Angelo Quaratino, presidente del Comitato di quartiere, che ha preso a cuore il caso del signor Lorusso – il consumo presunto. Qui a Bucaletto ci sono tanti casi particolari di cittadini che non sanno che bisogna fare l’autolettura e portarla ad Acquedotto. Ci sono anziani, persone che versano in una condizione di disagio. Chi ha fatto l’autolettura si è visto restituire i soldi indietro molte volte, ma quelli che non la fanno i soldi li perdono. E questa differenza l’Acquedotto se la mette in tasca? Insomma, possibile che in questa città l’acqua deve costare più del vino?». Nella casa di Lorusso ci sono pochi mobili. Sopra le medicine che l’uomo deve prendere. Alcune le passa l’Asp, altre devono essere comprate. E i 265 euro devono bastare anche per quello. Un’impresa praticamente impossibile. «Io tante cose non riesco proprio a pagarle. Per esempio ho presentato la domanda per fare dei lavori nel mio bagno. Dal Comune mi hanno detto che ne avevo diritto, ma sono passati tre anni e io non sono stato rimborsato. Ho anticipato 800 euro di tasca mia, chiedendo un prestito a una finanziaria. Ma ora non riesco neppure a pagare le rate. Lo stesso per l’affitto, 300 euro l’anno».
Una cosa è certa quindi: Michele Lorusso quella bolletta non può pagarla e ha chiesto aiuto. Prima ai servizi sociali, poi al presidente del Comitato di quartiere. «L’assistente sociale – racconta Lorusso – mi ha detto che loro non possono fare niente e che dovrei fare un libretto su cui ogni mese mettere 30/40 euro per pagare le bollette. E poi che faccio, vado a mangiare a casa sua?».
Quello di Lorusso – precisa Quaratino – è solo uno dei tanti casi gravi che ogni giorno vengono segnalati al Comitato di quartiere, alla Caritas, alla parrocchia. «Ma gli amministratori – si chiede – che fanno per queste persone?». Trent’anni di Bucaletto sono la risposta.
Antonella Giacummo
a.giacummo@luedi.it

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