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di GIUSEPPE AVIGNONE
Il prossimo turno elettorale, che in Italia porterà alle urne milioni di italiani per la scelta dei più importanti Governi regionali, giungerà in una “stagione” delicata per l’economia italiana e di conseguenza l’operato del Governo Berlusconi nella gestione di spinose problematiche potrebbe condizionare l’esito stesso delle votazioni. In Italia la crisi economica continua a mietere vittime tra imprese e lavoratori, nonostante l’ottimismo sbandierato in diverse occasioni. Un sistema industriale come quello nostrano, focalizzato su pochi settori di sviluppo, non consentirà una rapida ripresa nel breve anche perché alcuni parametri macroeconomici sembrano mascherare le reali condizioni attuali. Recentemente anche la revisione da parte di Confindustria dei dati relativi ai posti di lavoro persi in Italia – le unità sindacali, spesso accusate di catastrofismo, avevano già da tempo lanciato l’allarme – ha riportato il tasso di disoccupazione in linea con la media europea, anticipando quello che nei prossimi mesi potrebbe risultare un ulteriore peggioramento. Aumenterà, quindi, il numero di disoccupati ed in proporzione diminuiranno i consumi, rendendo la situazione sempre più critica. In tale contesto è probabile un’escalation di “tensione sociale” di difficile gestione. Il Governo, ad esempio, dovrà decidere come procedere con la “questione Fiat” e cioè con la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese e la protesta continua dei lavoratori. Il ministro Scajola ha parlato di un possibile stop agli incentivi, definendoli come “potenziali distorsioni al mercato”, ma anche questa scelta potrebbe creare ulteriori attriti e pochi benefici. Ci saranno poi da gestire al meglio i rapporti con l’azienda americana Alcoa, decisa a chiudere gli impianti italiani, mentre i sindacati chiedono addirittura il sequestro dei siti dell’azienda sul territorio nazionale. Altra situazione critica riguarda il settore petrolifero, dove il rischio di chiusura per diversi impianti dislocati sulla penisola potrebbe rendere incerti circa 7500 posti di lavoro. In una fase di alta tensione come quella attuale, il Governo sarà costretto ad intervenire e dare risposte certe per evitare una perdità di credibilità proprio in vista delle elezioni regionali, visto che la vittoria di due anni fu realizzata soprattutto grazie alla forte affermazione della Lega, presente sul territorio e soprattutto tra i lavoratori, una volta bacino di voti per la sinistra. Inoltre, in considerazione dello scontro a cui si assisterà anche sul futuro del “gruppo Telecom” – ormai prossima alla cessione agli spagnoli di Telefonica – e dei suoi dipendenti, i prossimi mesi di campagna elettorale si preannunciano particolarmente caldi.

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