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di ANTONELLA CIERVO
IL futuro è racchiuso nell’esito della riunione convocata lunedì mattina al Dipartimento Formazione e Lavoro della Regione Basilicata, a Potenza.
Gli ex lavoratori della Nicoletti guardano in queste ore con attenzione all’evolversi della loro situazione, senza dimenticare una data che pesa come una Spada di Damocle sulla loro testa.
L’11 febbraio, infatti, scade la cassa integrazione straordinaria che riguarda 400 dipendenti del colosso del mobile imbottito (fallito solo pochi mesi fa), e che la Regione dovrebbe prorogare per altri sei mesi.
Al tavolo del palazzo di via Anzio si parlerà delle manifestazioni di interesse giunte al curatore che i sindacati sono pronti ad esaminare e che diventeranno tema centrale del vertice convocato.
Valeriano Delicio (Uil) spiega: «Per il primo anno il provvedimento di cassa integrazione è legato alle procedure concorsuali, prorogabile di sei mesi se il curatore ravvede possibilità di ripresa.
A quanto pare le ha intraviste, sottoscrivendo il documento che ha inviato alla Regione con una ipotesi che verrà presentata alle parti sociali, appunto, lunedì».
La parola d’ordine è, dunque, proroga ma anche sguardo pù sereno al futuro, immaginando operazioni di recupero che garantiscano gli ex dipendenti ed evitando il ricorso alla proroga, come salvagente momentaneo.
I sindacati, dal canto loro, sono pronti a mettersi al lavoro, armati di circolari e normative e per portare a casa un risultato che tutti si aspettano.
Margherita Dell’Otto (Cisl): «Crediamo molto nell’incontro di lunedì perchè si gioca sulla pelle di 400 famiglie.
Se riusciamo nell’impresa di ottenere la proroga, possiamo garantire un altro po’ di respiro agli operai».
Michele Andriulli (Cgil): «Andiamo alla Regione proprio sulla scorta delle manifestazioni di interesse arrivate al curatore.
Proporremo per questo la proroga di sei mesi fermo restando che monitoreremo l’evolversi della situazione.
Ipotesi su cui lavorare ce ne sono, anche se non potranno essere comprensive delle 400 unità interessate dalla cassa integrazione ma una parte consistente».
Naturalmente il discorso relativo alla richiesta di proroga di sei mesi è strettamente legato alle procedure concorsuali, cioè al fallimento della Nicoletti.
All’orizzonte, intanto, c’è l’11 febbraio, data in cui scade la cigs.
La possibilità che si possa slittare all’11 agosto diventa, comunque, sempre più concreta con il passare delle ore.
E’ urgente, però, che il progetto di reindustrializzazione del sito e di concreto recupero, diventi realtà e possa segnare finalmente un cambio di passo necessario per risalire la china.
L’importante, però, è individuare a percorsi condivisi lungo i quali condurre una trattativa che, ormai, è necessaria.

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