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La Guardia di finanza ha sequestrato tre aree nei comuni di Cassano allo Ionio e Cerchiara di Calabria, interessate dalla presenza di circa 22 mila tonnellate di ferriti di zinco. Nel registro degli indagati sono stati iscritti i legali rappresentanti della società Syndial spa (gruppo Eni), produttrice dei rifiuti che hanno provocato l’inquinamento.
I provvedimenti sono stati eseguiti a conclusione di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, che fa seguito ad una precedente attività investigativa dalla quale era emerso un sistema di smaltimento illecito di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalla Pertusola Sud di Crotone.
Il sequestro delle aree, oggetto di precedenti provvedimenti, è stato disposto dalla Procura di Castrovillari per la mancata realizzazione degli interventi di bonifica previsti e per l’attuazione dei quali erano stati stanziati 4 milioni e mezzo di euro nell’ambito dell’Accordo di programma quadro in materia di tutela e risanamento del territorio regionale.
La messa in sicurezza dei siti sì è resa necessaria dal momento che parte delle opere realizzate dall’Ufficio del Commissario delegato per l’emergenza ambientale, dai sopralluoghi effettuati dai finanzieri e dai tecnici Arpacal, sono risultate deteriorate. In particolare, in un’area ricadente nel comune di Cassano è stata riscontrata l’inidoneità della copertura utile a garantire la necessaria impermeabilità che eviti il passaggio di pericolose componenti di piombo, cadmio, rame, arsenico e zinco possano contaminare il terreno sottostante.
La società Syndial spa è anche al centro di un contenzioso amministrativo avviato nel mese di marzo del 2009 per ottenere l’annullamento di provvedimenti ministeriali che la considerano soggetto obbligato alla bonifica dei siti inquinati.
Oggi la Finanza ha sequestrato siti già precedentemente cautelati e poi dissequestrati. La Procura di Castrovillari ha proceduto anche all’iscrizione nel registro degli indagati dei legali rappresentanti pro-tempore della società Syndial s.p.a., produttrice dei rifiuti che avrebbero cagionato l’inquinamento. Oggi la società è anche al centro di un contenzioso amministrativo per ottenere l’annullamento di provvedimenti ministeriali che la considerano soggetto obbligato alla bonifica.

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