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Un solo colpo, verosimilmente di revolver, sparato da vicino al cuore. Così è stato assassinato nel pomeriggio di ieri all’interno di , un villaggio turistico, multiproprietà nel comune di Drapia, nel vibonese, l’allevatore di 58 anni Pietro Carone, residente in un paese poco distante dove conduceva una azienda agricola con un avvevamento di pecore, bovini, equini, suini. Un agguato di tipico stampo mafioso. L’uomo era sfuggito alla morte nel 2004 poco dopo l’eliminazione del fratello Saverio, legato ad uno dei boss della cosca Mancuso di Limbadi, a cui era legato anche l’ultima vittima.
I carabinieri della Compagnia di Tropea quando sono arrivati sul posto, lo hanno trovato faccia in giù a poca distanza del suo fuoristrada, parcheggiato ad una decina di metri di distanza (nella foto). Il cadavere è stato poi trasportato all’obitorio di dell’ospedale di Vibo Valentia, dove si trova in attesa dell’autopsia, mentre fervono le indagini dei militari dell’Arma diretti dal capitano Giovanni Migliavacca e coordinate dal sostituto Michele Sirgiovanni. Si scava nella vita della vittima in rapporto con la criminalità organizzata di cui Carone nel passato avrebbe fatto parte e da cui, negli ultimi tempi, dopo una serie di disgrazie familiari, sembrava essere uscito.

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