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POTENZA – «Non scendo nella polemica spicciola del deputato: sarebbe troppo facile ricordargli la semplice differenza tra una dialettica politica ed un moralismo di facciata che nelle chiuse stanze diventa amorale». Con una lettera Ernesto Navazio replica – e ci va giù piuttosto duro – a Vincenzo Taddei che aveva indicato nel sindaco di Melfi il termine di paragone a cui l’europarlamentare Magdi Allam avrebbe dovuto pensare (visto che lo ha inserito tra i propri candidati) quando accusava di consociativismo centrodestra e centrosinistra. Quello che Navazio però ricorda a Taddei sono scorci del passato da amministratore dell’attuale deputato che invita a non giudicare troppo frettolosamente. «A meno che si voglia parlare di area exCip Zoo di Potenza, Lucandoks Spa». Aree e società spesso al centro di polemiche, talvolta di indagini, che rientrano nell’area sottoposta al Consorzio industriale nel cui consiglio d’amministrazione è stato, in passato, Taddei. Navazio si dice pronto a discuterne «in tutte le sedi».
E visto che ormai ammette di dialogare con la dirigenza del Pdl – a cui di recente ha detto addio – solo “a distanza”, Navazio richiama stralci dei diversi botta-e-risposta, talvolta rimasti “inevasi”, consumatisi sui giornali locali. Praticamente dialogo «a senso unico». Come nello scorso dicembre quando aveva lanciato un «accorato appello perché si facesse del partito una identità radicata nel territorio, perché si tenesse conto delle istanze della base, perché si dimostrasse che la democrazia e la libertà fossero realmente esercitate». In altre occasioni aveva chiesto conto – dice – della sua «esclusione senza giustificazione alcuna dagli organismi collegiali decisori del partito, del mio non essere preso in considerazione nelle trattative per la individuazione del candidato Presidente e giunto il momento di decidere per la formazione della lista del mio essere inopportuno per il proporzionale». Così, solo oggi che «siamo in campagna elettorale il deputato Taddei si sente toccato dalla parole di Magdi Cristiano Allam e finalmente ha il coraggio di dare delle risposte pubbliche ed ufficiali ai miei quesiti». Quasi il sindaco di Melfi si fosse mostrato «inaffidabile» – ironizza lo stesso Navazio – per non aver saputo ascoltare i «consigli» di quanti, nella dirigenza del Pdl, a partire proprio da Taddei, avevano auspicato un suo rifiuto alla carica di commissario dell’Asi, voluta per lui da alcuni big del centrosinistra, allora nella squadra di governo (primo fra tutti l’ex assessore alle Attività produttive, Vincenzo Folino). «Non mi stancherò di ripetere che la nomina di commissario Asi è stata fatta al sindaco di Melfi e non già ad Alfonso Ernesto Navazio». Senza contare che è «un uomo delle istituzioni prima ancora di essere un militante di un partito». E se contano i fatti, quelli che Navazio richiama indicano «risanamento finanziario ed economico, ipotesi di sviluppo».
Sicuro di aver sempre potuto «camminare a testa alta» sa bene, dice, che anche per questo è stato, dai suoi ex colleghi di partito, «messo in un angolo».

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