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di ANTONIO CORRADO

UNA mano aperta che sembra salutare, ma vuole essere anche uno stop alla malapolitica, il simbolo di cinque punti programmatici uguali e cangianti, tutti con la parola d’ordine: “lavoro”.
E’ questo lo stemma, che il candidato sindaco, Angelo Tosto, ha presentato ieri alla città, con un incontro pubblico che si è preoccupato di definire “ritrovo di amici”, più che un comizio, come in effetti è stato.
Musica commerciale da discoteca ad alto volume, con tanto di dj e mixer professionale, come solo un appassionato di comunicazione poteva concepire. Il palco del cineteatro “Duni” trasformato nello scenario di una convention. In platea almeno 800 sostenitori di tutte le età (il Duni contiene circa 900 persone ed era quasi del tutto gremito): giovani e giovanissimi neofiti della politica partecipata, vecchie volpi, rappresentanti del mondo produttivo, borghesi e ceto medio, casalinghe in tiro e donne in carriera.
Uno scenario berlusconiano, arricchito dall’arrivo di Magdi Cristiano Allam, candidato alla presidenza della Regione, che Tosto ha definito senza mezzi termini un caro amico. L’ingresso è stato accompagnato da una musica assordante, a cui è seguita la proiezione di un breve filmato biografico. Sullo schermo scorrevano immagini dell’imprenditore materano, dall’infanzia con i boccoletti biondi, alla giovinezza, raccontando con dovizia di particolari la sua formazione, le sue esperienze di lavoro, i suoi impegni istituzionali, fino alla fondazione di Trm nel 1976 e Datacontact nel 2001. Immagini suggestive della Matera anni ‘70, ma anche degli appuntamenti importanti con i big, come Gianni Morandi e lo scienziato Zichichi. “Orgoglio, identità e appartenenza”, ma anche “giovani, lavoro e gruppo”, questi i concetti a cui si è fatto riferimento e che avrebbero determinato le scelte di vita del candidato, con una viva esperienza da boy scout e nell’Azione cattolica, oltre che alla presidenza della Camera di commercio e nel consiglio di una importante banca, prima di approdare al mondo dei self made man.
Al termine della proiezione la scena è stata tutta di Tosto, che ha passeggiato un po’ nervosamente, come un giovane attore di teatro alle prove generali, con tanto di gobbo cartaceo alla mano. Non poteva andare avanti senza togliersi i due sassolini che più gli facevano male: il caso Udc e l’ultima beffa ai danni di Pasquale Di Lorenzo, un altro suo fraterno amico.
«Io non sono qui come politico -ha detto Tosto- ma come un imprenditore educato al lavoro, fin da piccolo, tutto nel rispetto delle regole e delle persone. La politica ha paura, quando qualcuno vuole dire no alla sua logica; come è avvenuto con l’Udc, che ha prima proposto la mia candidatura, poi ignorato anche le direttive nazionali, vendendosi non per un piatto di fagioli, ma per un cucchiaio, in cambio di piccole prebende, distribuite da Potenza, dove questa nostra alleanza faceva paura». Poi il clamoroso caso Di Lorenzo, presente nelle prime file. «Un mio amico -ha detto Tosto- un uomo onesto, vittima di questi manigoldi, traditori e incapaci. Dopo 16 proposte di legge e 400 interrogazioni nell’interesse dei cittadini, lo hanno scaricato per promuovere i fannulloni e stoppare un uomo onesto. Basta con la logica consociativa -ha proseguito- Matera da 18 anni non vive più, abbiamo dirigenti di Potenza che pongono il veto sui nostri progetti, trovando sempre cavilli. Come il caso dell’acqua, venduta alla Puglia in cambio del collegamento Bari-Potenza, e Matera?!», ha urlato strappando applausi. Poi ha bacchettato i politicanti, che «se smettono di fare politica, non sanno fare altro. Apriremo gli occhi a tutti, non in dialetto scritto male da chi viene da fuori (riferimento chiaro agli slogan dell’antagonista Adduce ndr), perchè noi non siamo sudditi».
L’ultima parte è stata dedicata completamente al programma in 5 punti: Economia, Sassi e cultura, urbanistica e lavori pubblici, politiche sociali, ambiente e decoro urbano. I passaggi più forti hanno riguardato il turismo, dove si procede ancora in ordine sparso, «con una Regione -ha detto- che non finanzia la Pro loco perchè preferisce accentrare tutto nell’Apt, organismo potentino che va alle Borse di settore e mette Matera dietro tutto, mentre in città i turisti vengono, buttano le lattine e vanno a dormire in Puglia, visto che per visitare le chiese rupestri bisogna farsi raccomandare». Quindi il passaggio sul lavoro che non c’è, dopo la crisi del salotto, l’agricoltura abbandonata, come la diga di San Giuliano, «un patrimonio vietato a chi vorrebbe fare impresa»; infine i costi astronomici delle case: «Ci sono 3000 abitazioni invendute -ha detto Tosto- perchè domina la speculazione; occorre abbassare i prezzi fino al 50%, incrementando l’edilizia popolare. Vogliamo un municipio aperto a tutti, dove una pratica deve avanzare senza raccomandazioni, senza sottoporsi al piacere o alla vendetta di qualcuno». Ha concluso l’intervento di Allam, chiamato sul palco dall’imprenditore materano, che non ha lesinato frasi di stima e affetto. L’ex vice direttore del Corsera ha ricordato i suoi cavalli di battaglia elettorali invitando gli uomini e le donne di buona volontà a «combattere il consociativismo della Basilicata, che si alimenta -ha detto- di un autoritarismo catto-comunista. De Filippo e Pagliuca sono la stessa cosa, sono intercambiabili». Poi l’invito a votare per chi sostiene un più razionale utilizzo delle risorse che la regione ha, abbandonando l’idea dell’impiego pubblico per favorire il libero mercato. «La Basilicata ha bisogno di un’alternativa -ha concluso Allam- e oggi c’è».

UNA grossa spada di Damocle potrebbe gravare sulla testa del prossimo sindaco e anche sui cittadini di Matera, a meno che il primo cittadino eletto non sia Angelo Tosto.
Il messaggio è sembrato fin troppo chiaro, il motivo della minaccia è il mancato accoglimento delle liste “Matera Viva” e “Matera Donna”, che determinerà il ricorso alla giustizia ordinaria, con sentenza dilazionata di mesi, ma in grado di inficiare il voto, se favorevole ai denuncianti.
Ieri mattina Tosto li ha fatti salire sul palco con il simbolo della loro lista in mano, condannando l’atto di chi ha impedito la consegna, ma anche del segretario generale. Non ha fatto nomi, ma ha individuato precise responsabilità, che sarebbero state registrate dalle telecamere.
Qualcuno avrebbe bloccato gli ascensori del municipio, impedendo ai rappresentanti delle due liste di arrivare in tempo utile davanti al segretario comunale.
«Questo è malaffare. -ha detto senza mezzi termini Angelo Tosto- Siamo stati costretti a passarci le carte a volo per arrivare nell’ufficio del comune, dove la segretaria non ha accettato i plichi perchè erano passati pochi minuti dopo le 12. Sono trascorse cinque ore per cercare di far valere le ragioni degli esponenti di lista, ma il segretario gerenale ha continuato a rifiutare di registrarle. Eppure -ha spiegato Tosto citando la normativa- la legge in materia parla chiaro: le liste dovevano comunque essere accettate, segnalando semmai che erano state consegnate fuori tempo massimo; in questo modo ci avrebbero consentito di presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale.
Non accettandole, invece, saremo costretti a rivolgerci a un giudice ordinario, che potrà annullare il voto anche fra diversi mesi». Una bomba a orologeria, insomma, pronta a esplodere, ovviamente solo se Tosto non venisse eletto. Un piccolo petardo, se i fatti non potranno essere dimostrati.
Intanto, sembra essere rientrato il timore di un’esclusione della lista di Cinzia Scarciolla, dopo un probabile errore di compilazione rilevato dalla commissione di controllo e poi chiarito dallo staff della candidata.
Tutto è pronto per l’avvio della campagna elettorale, stamane anche il candidato del Pdl, Saverio Acito, presenterà la sua lista in una conferenza stampa.

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