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di PIERO QUARTO
MATERA – «C’è un clima nel Pdl di ripicche, odi, vendette che neanche nel Pci di Stalin ma io non metto in discussione la mia permanenza nel partito». «Di Lorenzo ha deciso da solo di non stare con il Pdl». Sono su due frequenze diverse Pasquale Di Lorenzo e Cosimo Latronico nel parlare della clamorosa esclusione del consigliere regionale dalla lista presentata sabato. Di Lorenzo ha parlato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa convocata appositamente all’Hotel San Domenico. Il coordinatore provinciale del partito è intervenuto nel corso della conferenza stampa sulla candidatura a sindaco di Saverio Acito e poi ha inviato un comunicato congiunto insieme a Nuccio Labriola. Le due parti sembrano lontane anni luce a testimonianza di una frizione molto forte. «Ignobile e vergognoso il blitz consumato ai miei danni, che mi ha escluso dalla riconferma alla candidatura per il consiglio regionale» ha spiegato lo stesso Di Lorenzo. «Avevo accettato per tempo la candidatura, così come concordato a Roma davanti ai vertici nazionali del partito».
Questa nello specifico la ricostruzione fornita: «Avevo dato il 25 febbraio la disponibilità a candidarmi anche al Comune per dimostrare il mio impegno diretto con il Pdl. Il giorno 26 ho saputo di una lettera che il candidato sindaco Acito e il coordinatore cittadino Rocco hanno inviato a Bondi, Larussa e Verdini dicendo che la presentazione della lista del Pdl alle Comunali era subordinata alla presentazione da parte mia di una lista “Uniti per Matera” a sostegno di Acito. Altrimenti Acito stesso minacciava di non accettare la candidatura a sindaco. Mi si imputava l’amicizia con l’imprenditore Angelo Tosto, amicizia che oggi io confermo. Malgrado tutto questo ho raccolto nella notte di venerdì le disponibilità di un gruppo di amici tra cui anche Augusto Toto a candidarsi in una lista civica a sostegno di Acito. La lista è stata portata (Di Lorenzo la mostra con accettazioni e firme, ndr) alle 10 di sabato mattina ma il coordinatore provinciale Latronico ha detto che era ormai tardi. Poi ho saputo da notizie informali di amici di non essere stato candidato nella lista alle regionale. Non ho mai ricevuto alcun richiamo formale nè alcun provvedimento disciplinare nei miei confronti. Nessuno mi ha comunicato mai la decisione presa. Ora chiarirò», continua Di Lorenzo, «la mia posizione con i vertici nazionali del partito. Ho ricevuto tante attestazioni di solidarietà da rappresentanti nazionali. Hanno definito “un crimine politico” ciò che è successo. Chi? Non voglio riferire queste parole personali a singole persone, posso dire di aver avuto attestazioni da uomini come Fini, Gasparri e Bocchino».
Poi l’affondo più pesante sulle cause di questa situazione: «il responsabile morale e politico è conosciuto da tutta la città». “Parla di Emilio Nicola Buccico” gli chiede una collega e Di Lorenzo ribatte: «lo ha detto lei, non io». Sul futuro aggiunge: «Non metto in discussione la mia permanenza nel Pdl, qui siamo di fronte ad atti che nulla hanno a che fare con la politica. Pagliuca? E’ un mio ex collega di consiglio regionale. Chi preferisco tra lui e Magdi Allam? Sempre meglio gli uomini di buona volontà del Pdl». La risposta dei vertici del Pdl Materano è racchiusa in una nota ufficiale: «La mancata inclusione di Pasquale Di Lorenzo nella lista regionale del Pdl e’ solo la conseguenza della sua irrevocabile decisione di non appoggiare la lista e il candidato sindaco del Pdl della citta’ di Matera”. Lo hanno dichiarato il coordinatore del Pdl della Provincia di Matera, il sen. Cosimo Latronico, e il suo vicario, avv. Nuccio Labriola. «Abbiamo provato fino all’ultimo a correggere tale indifendibile anomalia che vedeva un dirigente del Pdl, peraltro consigliere regionale uscente, non solo estraneo allo sforzo di formazione della lista del Pdl per la citta’ di Matera, ma nientedimeno impegnato, con i suoi amici , a dar vita a liste civiche avversarie e concorrenti con il Pdl. Non avevamo altra scelta che quella della chiarezza per non perdere credibilita’ di fronte agli elettori ed alla citta’ che non avrebbe tollerato questa situazione di ambiguità». Non si fa pregare il candidato sindaco Saverio Acito: «Non ho mai chiesto sentenze sommarie».

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