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di Antonella Ciervo

MATERA – SI è accanito con un’ascia contro il portone d’ingresso dell’abitazione di Saverio Acito.
Coperto da un cappuccio, l’uomo di 50 anni identificato poche ore dopo dagli uomini della Digos, coordinati dal dirigente Marisa Contuzzi, ha colpito la porta in legno più volte.
Ad accorgersi della sua presenza è stata la moglie del candidato sindaco del Pdl, Raffaella, che al secondo colpo inferto contro il portone, ha acceso il videocitofono infastidendo l’uomo che lo ha colpito distruggendolo e proseguendo ad accanirsi contro l’ingresso dell’abitazione.
Per il 50enne materano, già noto alle forze dell’ordine e in città dove in più occasione si è fatto notare per le numerose contestazioni pubbliche, è scattata la denuncia per danneggiamento aggravato, effettuato con una serie di arnesi che sembra abitualmente utilizzi per alcune attività artigianali.
Il gesto ai danni di Francesco Saverio Acito, per il quale si esclude la matrice politica, ha aperto ieri una giornata nella quale sono stati gli atti vandalici a segnare una inconsueta agenda elettorale, aperta dalla conferenza stampa del candidato sindaco per chiarire i termini della vicenda che lo hanno visto protagonista inconsapevole.
Sempre ieri mattina, nel frattempo, all’altro capo della città, nel rione San Giacomo i collaboratori del candidato dell’Italia dei Valori alla Regione, Antonio Montemurro, hanno scoperto all’apertura del comitato elettorale che le vetrine d’ingresso erano state danneggiate da alcuni colpi inferti probabilmente con un martello.
Doppi vetri sfondati e un buco profondo al centro della porta di una delle cinque vetrate che si affacciano su via Mattei: segni inequivocabili di un tentativo chiaro che sarebbe stato utile, probabilmente, per introdursi all’interno dei locali e danneggiarli.
Il diretto interessato commenta l’accaduto e, al tempo stesso, da’ una sua versione dei fatti.
«Non credo si tratti del gesto di qualche sconsiderato – spiega Antonio Montemurro – in più di un’occasione la mia scelta di candidarmi alle regionali aveva provocato qualche reazione negativa, peggiorata dallo slogan della mia campagna elettorale: “Contro le promesse elettorali”. Qualcuno, forse, non ha gradito la mia polemica con i metodi tradizionali di chi si fa campagna elettorale promettendo posti di lavoro.
Questo episodio, comunque, non mi ferma: andrò avanti per la mia strada e proseguirò la mia campagna elettorale».
Sotto il profilo delle indagini, la verifica degli elementi emersi è al vaglio degli inquirenti della Digos di Matera che chiariscono che i due episodi non presentano aspetti in comune.
Gli obiettivi ai quali si sono rivolti sono diversi: nel primo caso l’abitazione privata di un candidato, nel secondo il comitato elettorale.
Il clima elettorale, dunque, rischia di subìre le conseguenze di un’atmosfera che già ieri tutti i candidati hanno sottolineato, deve rientrare negli ambiti del confronto politico più pacato e democratico.
Le ricadute sulla città non si sono fatte attendere e le due notizie hanno provocato reazioni tra i cittadini che hanno condannato entrambi gli episodi e sottolineato la necessità di mantenere un’atmosfera serena nel periodo che condurrà al voto del 28 marzo.

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