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Sarà sentito in videoconferenza venerdì prossimo, 12 febbraio, il nuovo pentito della cosca Molè di Gioia Tauro della ‘ndrangheta, l’imprenditore Cosimo Virgiglio (nella foto), che deporrà nel processo contro le cosche di Gioia, in corso a Palmi in Tribunale, scaturito dall’inchiesta Maestro.
Nell’ambito dell’inchiesta, lo stesso imprenditore fu arrestato con l’accusa di associazione mafiosa per i suoi rapporti con la cosca Molè. Poco dopo l’arresto Virgiglio ha iniziato a collaborare con la giustizia ed è stato sentito più volte dai pm Roberto Di Palma e Roberto Pennisi.
L’imprenditore, per il quale la Dda di Reggio Calabria ha proposto il programma di protezione, sarà sentito, in particolare, in merito alle sue dichiarazioni sul tentativo attuato da Rocco Molè, all’epoca capo dell’omonima cosca, ucciso in un agguato il primo febbraio del 2008, di acquisire il controllo dell’Autorità portuale di Gioia Tauro imponendo alla guida un referente del gruppo criminale, indicato dal pentito in Vito Foderaro.
Molè avrebbe anche avuto contatti, in tal senso, secondo quanto ha riferito il collaboratore di giustizia, anche con Pasquale Tripodi all’epoca in cui quest’ultimo era assessore regionale. Il tentativo di imporre Foderaro alla guida dell’autorità, però, non riuscì. Virgiglio ha fatto altre dichiarazioni alla Dda riguardanti altri fatti che sono, al momento, oggetto di valutazione da parte dei magistrati.

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