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di BATTISTA SANGINETO
La lettera che riporto di seguito non è una riuscita imitazione di quella, celeberrima, faticosamente elaborata da Totò e Peppino nel film “Totò, Peppino e la malafemmina”, ma è, tragicamente, una vera missiva d’affari scritta e inviata da un professionista, “lauriato con lauria”, calabrese. Ancor più tragico è che il professionista è stato presidente di uno degli ordini professionali di questa regione. Non credo che abbia importanza sapere chi sia il professionista, né come sia arrivata nelle mie mani. È di enorme importanza, invece, per capire quanto sia basso, angosciante e privo di speranza il livello culturale della cosiddetta “società civile” di questa terra. Ecco la lettera: “Oggetto: Trattative per l’acquisto *** Gent.mo .*** in nome e per conto di *** cui noi eredi l’abbiamo delegato a portare avanti con Lei la trattativa per l’acquisto della Vostra proprietà a noi confinante. Le comunico con la presente il mio personale ringraziamento per la Vostra manifestata prelazione che fino a oggi ci ha voluto accordare nelle trattative di acquisto del predetto immobile. Ricordo a noi stessi che la trattativa si è snodata attraverso successive fasi in cui il prezzo di vendita, da Lei richiesto è iniziato da £ *** delle vecchie lire, poi è salito da £ *** poi a £ *** per fermarsi alla sua ultima richiesta di £ *** a cui noi abbiamo deciso di acquistare la Vs/proprietà e abbiamo autorizzato *** a prendere accordi con Lei e all’uopo avevamo già provveduto a stilare apposito preliminare di vendita, già consegnatoLe in copia, e avevamo anche consegnato *** assegni a titolo di caparra, per la somma complessiva di Euro ***, che Lei non ha ritenuto opportuno trattenere, (virgola e punto! N.d.r.) Abbiamo aspettato per l’intero periodo estivo una Vs/risposta, risposta che ci avete portato personalmente, pochi giorni fà (sic! N.d.r.), accompagnandola però con la dichiarazione di un Vostro probabile aumento di prezzo. Avete certamente potuto notare dal ns/comportamento che la Vs/proprietà adiacente alla ns/proprietà ci interessa sia perché confinante, ma non ultimo, ci interessa di più perché *** ci ha da tempo tenuto ad acquistarlo, ragione per cui ci siamo fino a esso (sic! N.d.r.) invogliati alle Vostre ripetute richieste di aumento, fino ad arrivare a ciò che noi rappresenta il valore più equo per noi e per voi di Euro *** come è stata la Vostra ultima richiesta. Le ribadiamo pertanto, in merito alla Vostra ultima dichiarazione di rivedere il prezzo di non poter superare la Vostra ultima cifra richiestaci ma nello stesso tempo vi dichiariamo la nostra disponibilità a dare esecuzione al preliminare suddetto al prezzo ivi formalizzato. Restiamo in attesa di un suo gentile riscontro, ed ulteriormente La ringraziamo per il Vostro riconoscimento del nostro diritto di prelazione. Distinti saluti *** “Dopo le risate per la “consecutio temporum”, l’assenza o la sovrabbondanza della punteggiatura, l’ortografia e la sintassi sopravvengono, però, molte considerazioni amare sullo stato della scuola, dell’università, ma, soprattutto, a proposito di quei colleghi che hanno eletto lo scrivente a loro massimo rappresentante di categoria. È solo l’ennesima conferma che nella società calabrese prevalgono il pressappochismo e l’incultura perché la maggior parte degli imprenditori, degli artigiani, degli insegnanti, dei politici, dei professionisti, dei preti, degli operai, dei pubblici ufficiali, dei giornalisti non sa più fare il suo mestiere. La borghesia è particolarmente maleducata e incolta, mentre in ogni piega del vivere quotidiano regna, efficiente e pervasiva, la corruttela. Non ci si può stupire e lamentare dei politici, dei rappresentanti delle Istituzioni a tutti i livelli, però, se fra i più influenti rappresentanti della cosiddetta “società civile”, della classe dirigente calabrese vi sono (e ve ne sono!) Professionisti che non sanno neanche scrivere una lettera. La politica non è che lo specchio della società e quella calabrese è ormai una società perduta. Se hanno ragione i francesi nel dire che “honi soit qui mal y pense” (chi parla male pensa male), figurarsi quanto possa pensar male chi scrive male.

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