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Sono serviti i calci di rigore al Rende per passare il turno nella partita con il Campobello. Un partita combattuta fino alla fine in cui sembrava che potessero essere i padroni di casa ad avere la meglio, invece la partita si è conclusa 3-4 a favore dei rendesi.
Ma la vittoria è subito passata in secondo piano. A segnare la cronaca della partita lo scontro fortuito tra il giocatore del Campobello Trenta e Cesareo terzino destro del Rende. Quest’ultimo ha avuto la peggio. Il giocatore faticava a respirare ed ha poi perso conoscenza. Tempestivo l’intervento del medico sociale del Rende, Mario Bruni, che ha subito praticato al ragazzo un massaggio cardiaco che si è rivelato decisivo. Subito dopo il ricovero in ospedale, il San Giacomo d’Altopasso di Licata, dove, dopo i pribmi accertamenti clinici, al giocatore sono stati diagnosticati un trauma cranico ed una sospetta frattura della mascella.
Oggi Andrea Cesareo verrà ricoverato nell’ospedale di Bari dove subirà un’operazione per ridurre la frattura alla mascella. Ferito ad un occhio durante l’incontro anche un altro giocatore del Rende, Tripodi (in foto), che al momento sembrerebbe non vedere bene i colori.
Una giornata difficile dunque e che poco ha a che fare con il calcio giocato quella che si lascia alle spalle il Rende. La squadra già prima del tragico episodio di Cesareo, aveva trovato ad attenderla al suo arrivo in Sicilia, ed ancor più poi negli spogliato ed in campo, un clima pesante ed intimidatorio. Forse un tentativo si deconcentrare gli avversari che arrivavano già forti dell’1-0 dell’andata, ma il Rende ha saputo gestire bene il vantaggio dell’andata, la tensione, l’alto agonismo in campo e anche l’inferiorità numerica dovuta all’espulsione di Guido al 28′ della ripresa per protesta.
La Coppa Italia è molto importante per la squadra è questo risultato è sicuramente utile ma per il momento la mente dei rendesi è concentrata sulle condizioni di salute del loro compagno. Difficile trovare un calciatore che voglia parlare della gara. Durissime invece le dichiarazioni del tecnico Franco Giugno. “Quello che ho vissuto a Licata non mi è mai capitato prima. Quello che è successo è stato tutto premeditato. Già dal nostro arrivo siamo stati accolti da un clima di violenza . Nessun tesserato del Licata, dall’allenatore al Ds, ai giocatori, ai dirigenti e ai diversi sconosciuti, e probabilmente non aventi diritto , presenti nel rettangolo di gioco ha fatto qualcosa per creare un clima di serenità”. Proprio questo clima ostile è stato per il tecnico “il fattore scatenante dell’intervento irregolare e scomposto ai danni di Cesareo. Un intervento figlio della violenza praticata durante la gara dalla formazione di casa”. Pesanti le responsabilità della terna arbitrale che secondo il mister del Rende avrebbe tenuto ujn comportamento “incomprensibile”, consentendo un gioco duro e non richiamando mai gli avversari. “Ciò che è successo a Licata non è calcio, non è il mio mondo” – ha aggiunto il tecnico.
Alla squadra e ai giocatori feriti giunge tutta la solidarietà dei tifosi e della città, cui si aggiunge quella dell’Assessore allo sport Mario Rausa. Forte a Rende l’indignazione per quanto è accaduto.

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