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di Alfonso Pecoraro

Vittorio Galigani e Donato Arcieri sono rimasti a Roma con il pool dei legali del Potenza per studiare la strategia, per mettere nero su bianco, per depositare a mano, domani mattina il ricorso contro la decisione della Corte federale.
Nel frattempo hanno già depositato ieri la richiesta di sospensione del provvedimento della Corte di Giustizia federale. Le richieste sono state presentate al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport (Tnas), organo del Coni, che ha potere su tutte le decisioni delle magistrature sportive di federazioni che afferiscono al Comitato Olimpico Nazionale (quale appunto la Figc).
Nella prima richiesta, il Potenza chiederà di poter continuare a giocare in campionato fino alla pronuncia definitiva dello stesso Tribunale sul ricorso avverso questa decisione della Corte. Orientativamente il Tnas potrebbe pronunciarsi entro due-tre giorni e disporre che le cose restino per il momento come prima della sentenza. Poi, in seconda analisi, discuterà del ricorso potentino e disporrà la decisione definitiva. Ma per questa seconda istanza i tempi non sono certi. Il passaggio fatto dal Potenza diventa fondamentale soprattutto per stoppare i provvedimenti della Lega Pro che, nel frattempo, deve eseguire una sentenza che un organo superiore a lei, ossia la Corte, le ha imposto di ottemperare. Ossia attribuire la sconfitta a tavolino nelle ultime sette giornate al Potenza, avvantaggiando di fatto le ultime avversarie e penalizzando quelle che, al contrario, con il Potenza i punti li avevano persi.
Mario Macalli si concede ai nostri microfoni di buon’ora, con cortese disponibilità e fa il punto della situazione rimarcando un concetto che già chiaramente, appena letta la sentenza della Corte, aveva espresso: «Le sentenze, siano buone o no, vanno eseguite, e la Lega Pro non può fare altrimenti. Quindi il Potenza non andrà a giocare a Foggia, mentre si disputeranno regolarmente le partite della Berretti». Questo nonostante per conoscenza alla Lega Pro sia arrivata la richiesta di sospensiva del provvedimento fatta al Tnas: «Se la Lega Pro non ha in mano la sentenza del Tnas che dispone la sospensione del provvedimento, non può rinviare la partita, ma deve solo eseguire la sentenza immediatamente». Successivamente, poi, il Potenza può adire tutte le vie che ritiene opportune (la prima sarà, appunto, il ricorso avverso la decisione del giudice sportivo di martedì prossimo che omologherà il 3-0 a favore del Foggia). Ma prima di allora la Lega Pro non può fare sconti ed eccezioni a nessuno: «Non dimenticate un principio fondamentale: la Lega Pro organizza solo i campionati a lei spettanti e prende atto delle decisioni della federazione, disponendo solo di un servizio arbitrale e di una giustizia sportiva, i cui membri però, sono scelti dalla federazione».
Le proteste nel girone B di Prima, per i benefici che ne trarranno le sette squadre che il Potenza avrebbe dovuto ancora affrontare, sono respinte al mittente da Macalli con decisione: «Ma di che stanno parlando? Le società le sanno le regole o no. Se mi siedo a un tavolo a giocare a briscola devo giocare con le regole della briscola, altrimenti non mi siedo proprio. Ci sono regole chiare e che prevedono in caso di esclusione di una squadra nel girone di ritorno che vengano date le vittorie a tavolino a chi deve ancora giocare contro la esclusa. Stop, non possiamo certo cambiare le carte in tavola».
A livello più generale, sulla vicenda Potenza che macchia l’immagine di un calcio pulito, Macallio afferma: «L’immagine della Lega non va confusa con chi la sporca», chiaro il riferimento alla condotta di Postiglione già oggetto di una dichiarazione molto pesante in passato da parte del presidente di Lega che, sostanzialmente, manifestò stupore per la mancata condanna di Potenza e Salernitana in occasione del primo processo.
«Non dissi che mi aspettavo che le società fossero punite. Ora affermo che è strano che allora non fu condannato nessuno, o ci fu una condanna troppo mite, ma lo dico alla luce dei fatti che sono emersi oggi. Oppure potrei dire il contrario, ossia che è strano che alla luce dei fatti di allora sia stata emessa una condanna tanto pesante oggi. Non conosco le carte, apprendo le notizie dagli organi di stampa e dico che se la Corte ha deciso di riaprire il caso per revocazione è perchè esistono documenti probatori importanti e che alla loro luce non si poteva certo aspettare a maggio per emettere una sentenza. Sono comunque convinto che se dovessero essere confermate le accuse, nella prima occasione, nel processo di agosto del 2008, qualcuno ha sbagliato».

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