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I carabinieri del gruppo di Locri e dello squadrone eliportato Cacciatori «Calabria» hanno effettuato un rastrellamento nel territorio preaspromontano del Comune di Locri, finalizzato alla cattura di latitanti ed alla localizzazione di bunker. Il servizio si inquadra nell’ambito dell’azione di contrasto svolta dai carabinieri e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, tesa alla disarticolazione degli aggregati criminali operanti nel comprensorio. Nel corso del servizio, in località «Janchina» – area storicamente di influenza della cosca «Cataldo» – i militari hanno rinvenuto, abilmente occultati in un anfratto roccioso coperto da vegetazione, 1 pistola mitragliatrice Beretta PM/12-S, arma in dotazione alle Forze di Polizia, con matricola contraffatta mediante ribattitura, completa di 2 caricatori vuoti; 1 fucile semiautomatico calibro 12 marca «Franchi» con matricola abrasa; 1 fucile automatico d’assalto calibro 7,62 marca «F.N.» di fabbricazione belga con matricola abrasa; oltre 2.000 munizioni di vario calibro (7,62 – 357 – 9); numerosi caricatori per armi lunghe e corte; 1 giubbetto antiproiettile del tipo in dotazione alle forze di polizia; ottiche di precisione per arma lunga; un dispositivo luminoso di emergenza magnetico di colore blu del tipo in dotazione alle forze dell’ordine; varie fondine per arma corta e numerosi passamontagna. Le armi, in buono stato di manutenzione, erano avvolte in pellicola trasparente, mentre il rimanente materiale era conservato all’interno di borsoni e contenitori in plastica. Durante le operazioni di rastrellamento e bonifica dell’area circostante l’anfratto roccioso sono starti scoperti due bunker, in parte scavati nella roccia, accessibili tramite botole ad apertura manuale perfettamente mimetizzate nella fitta vegetazione, all’interno dei quali vi erano materiali logistici idonei alla lunga permanenza. I bunker ed il materiale rinvenuto, al termine delle operazioni di sopralluogo condotte dalla «Sezione Investigazioni Scientifiche» del comando provinciale di Reggio Calabria, sono stati sottoposti a sequestro. Le armi ed il munizionamento saranno trasmessi al Ris di Messina per i successivi accertamenti tecnico-balistici.

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