X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Tutelare la biodiversità del Parco Nazionale della Sila è l’obiettivo di un progetto nell’ambito del quale è stata realizzata una ricerca sul Tritone crestato (nel riquadro), una delle specie protette presenti nell’Oasi naturalistica del Lago Ariamacina (nella foto).
La realizzazione del progetto su questo anfibio è il risultato di un’azione sinergica fra l’Ente Parco Nazionale della Sila, Università della Calabria, Legambiente, Regione Calabria, Enel e Federparchi. Il contributo economico è arrivato al Parco Nazionale della Sila da Enel, che da tempo collabora con Legambiente e che all’associazione ambientalista ha affidato la gestione dell’Oasi naturalistica del Lago di Ariamacina, individuata come sito di importanza comunitaria.
«Enel – ha detto la responsabile delle relazioni esterne dell’Enel, Rossella Sirianni – ha avviato per il terzo anno consecutivo un insieme di progetti volti a sostenere la biodiversità, favorendo il ripopolamento di alcune specie protette, nella convinzione profonda che la biodiversità sia un patrimonio universale che appartiene a tutti. È per questo che abbiamo affidato la gestione di sette ettari nell’Ariamacina a Legambiente ed abbiamo finanziato il progetto sul tritone».
Tutte le attività finalizzate a migliorare la conoscenza del Tritone crestato sono state realizzate da Legambiente con il supporto scientifico di alcuni professionisti dell’Unical, Dimitar Uzunov, Carmen Gangale ed Emilio Sperone, coordinati dal Presidente del Corso di Laurea in Scienze Naturali, Sandro Tripepi.
«Il Tritone crestato italiano è una specie «target» o «ombrello», la cui presenza è una chiara testimonianza dell’ottimo stato di conservazione dell’habitat del Parco della Sila. La popolazione di questo anfibio è estremamente importante a livello eco sistemico, perchè la sua conservazione implica inevitabilmente anche la tutela di un intero ecosistema.» – ha detto durante la conferenza Emilio Sperone, ricercatore dell’Unical, impegnato nello studio della popolazione dell’anfibio. Entusiasta dello stato di conservazione del Parco della Sila il Presidente dell’Ente Parco, Sonia Ferrari, che ha ricordato anche il recente ritrovamento di un’altra specie protetta testimone di grande qualità ambientale, la lontra.
«Il Parco Nazionale della Sila – ha detto Ferrari – è molto impegnato sul fronte della tutela dell’ecosistema ed i ritrovamenti di diverse specie protette, fra cui anche quella recente di un coleottero molto raro, il Cucujus Cinnaberinus, rappresentano per noi un grande risultato».
Il Responsabile Nazionale delle Aree Protette per Legambiente, Antonio Nicoletti, ha sottolineato, insieme a Giuseppe Graziano, Direttore Generale del Dipartimento delle Politiche dell’Ambiente della Regione Calabria, ed a Michele Laudati, Direttore dell’Ente Parco, l’importanza della collaborazione fra le Istituzioni nei progetti di tutela ambientale, ricordando come al compito del Parco della Sila sia necessario affiancare il supporto della ricerca. «La missione del Parco della Sila nei confronti dell’ambiente è evidente, ma la responsabilità è dell’intero sistema. Siamo soddisfatti perchè a questo tavolo oggi sono presenti tutti gli stakeholders del territorio, a testimonianza della volontà di collaborare per il bene comune».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE