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Sono stati condannati, rispettivamente, a 26 ed a 22 anni di reclusione, Leonardo ed Antonino Foti, zio e nipote, accusati di essere i mandanti dell’agguato in cui il 6 giugno del 2008 a Melito Porto Salvo fu ferito per errore un bambino di 4 anni, Antonino Laganà. Obiettivo dell’agguato in cui fu ferito il bambino era in realtà un pregiudicato Francesco Borrello, che restò invece illeso. Antonino Laganà fu ferito mentre stava partecipando insieme a numerosi compagni ad una manifestazione per festeggiare la fine dell’anno scolastico sul lungomare di Melito Porto Salvo.
La sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Silvana Grasso, nei confronti di Leonardo ed Antonino Foti ricalca, sostanzialmente, la richiesta che era stata fatta dal pm della Dda di Reggio Calabria, Gianni Musarò. Il pm, infatti, aveva chiesto la condanna a 26 anni per Leonardo Foti ed a 22 anni e sei mesi per Antonino Foti, solo di sei mesi superiore, dunque, a quella effettivamente comminata, . Non è stato mai identificato, invece, l’esecutore materiale dell’agguato contro Francesco Borrello in cui rimase ferito il piccolo Antonino Laganà. Secondo quanto è emerso dalle indagini, l’esecutore materiale giunse sul posto a bordo di uno scooter, che poi abbandonò per fuggire a bordo di un’automobile condotta da Leonardo Foti. L’agguato contro Francesco Borrello fu organizzato per vendetta in relazione alla sparatoria in cui fu coinvolto il pregiudicato ed in cui furono uccise due persone, Giulio Verderame e Santo Carmelo Zampaglione, nipote di Leonardo Foti. Borrello, dopo la condanna in primo grado, fu però assolto in appello. Dopo la sua scarcerazione, Leonardo ed Antonino Foti organizzarono la loro vendetta messa in atto il 6 giugno del 2008 proprio nel momento in cui sul lungomare di Melito Porto Salvo era in corso una festa scolastica con la partecipazione di centinaia di bambini tra cui Antonino Laganà. Il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha espresso «soddisfazione per il pieno accoglimento delle richieste della Procura in relazione ad un delitto estremamente grave e che ha tanto colpito l’opinione pubblica e tutti i cittadini calabresi».

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