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POTENZA – E’ il giorno della verità. Quello in cui si spera si faccia luce su cosa sia successo a Elisa Claps quella maledetta domenica di 17 anni fa. Come e perché è morta la studentessa potentina. Risposte che la città, e non solo, attende con ansia e smania.
Questa mattina il medico legale, Francesco Introna – anatomo-patologo dell’Università di Bari incaricato di eseguire gli accertamenti sul corpo per metà mummificato e per metà scheletrizzato di Elisa – consegnerà alla Procura di Salerno i risultati di tutte le indagini eseguite sui resti del cadavere.
«Un corpo che ci sta tristemente parlando», era stata l’unica affermazione rilasciata dal professore nei giorni scorsi. E queste sono le parole a cui rimane legata la speranza della famiglia Claps e di quella città che si è riscoperta indignata per anni di silenzi e mancate verità.
Quello che tutti che si aspettano ora è che dagli accertamenti eseguiti presso l’istituto di medicina legale possano emergere elementi chiari per inchiodare i responsabili alle proprie colpe. Chi ha ucciso? Chi ha fatto nascosto il corpo? E se qualcuno ha coperto chi e perché? I risultati dell’autopsia e degli altri accertamenti condotti, incrociati con gli elementi raccolti dagli inquirenti, dovranno fornire quante più risposte possibile a questi quesiti.
Unico indagato al momento per violenza sessuale, omicidio è occultamento di cadavere è Danilo Restivo, l’ultimo a vedere Elisa, quella domenica di 17 anni fa, proprio nella chiesa della Trinità. Il ritrovamento del cadavere della studentessa nella chiesa e gli elementi emersi dall’autopsia potrebbero «accelerare» l’azione dei magistrati nei suoi confronti. Restivo, però, vive in Inghilterra e ciò potrebbe complicare e allungare i tempi, anche se l’indagato ha ribadito di essere pronto a sottoporsi all’esame del Dna.
Nel frattempo in città cresce l’indignazione per un segreto avvolto per tanti anni nelle tenebre di quello che dovrebbe essere il posto della luce per eccellenza.
La Chiesa della Trinità diventa lo scrigno maledetto che ha custodito per 17 anni un segreto orrendo fino al macabro ritrovamento.
E da ieri, nella città finita sotto i riflettori della cronaca nera nazionale, è partita una iniziativa per chiedere la sconsacrazione della chiesa della Santissima Trinità, «un atto dovuto per Elisa Claps».
La cosa ha già diviso la comunità nei giorni passati tra favorevoli e contrari. Il vescovo Agostino Superbo, nei giorni seguenti al ritrovamento “ufficiale” del corpo di Elisa, aveva parlato di possibilità di profanazione e non di sconsacrazione del tempio sacro. Sono tantissime le firme già raccolte in un solo giorno per sostenere l’iniziativa.
«L’iniziativa – ha tenuto a precisare Maurizio Tucci, primo firmatario della petizione – non deve essere interpretata come una sanzione rivolta alla Chiesa in senso istituzionale, ma è un provvedimento rivolto a quel singolo tempio, proprio per evidenziare che la sacralità di un luogo di culto non può essere violata da episodi come quello accaduto.
Tra i primi firmatari di questa richiesta – sottolinea ancora – la grande maggioranza è proprio costituita da credenti e da cattolici che, come tali, sono ancora più sensibili all’integrità di una chiesa».
L’idea è quella di fare dei locali della chiesa della Trinità, che per 17 anni sono stati la tomba di Elisa, spazi per attività sociali destinate alla prevenzione del maltrattamento e dell’abuso sull’infanzia e sulle donne.
Al momento, per sottoscrivere l’iniziativa è possibile usufruire della pagina Facebook – “Sconsacrare la chiesa della Trinità: un atto dovuto per Elisa Claps” – e un indirizzo mail: inmemoriadielisa@yahoo.it.
Fuori dalla Trinità e, sicuramente, da ogni altra chiesa si svolgeranno, per volere della madre Filomena che ha già annunciato un rito all’aperto per l’ultimo saluto alla figlia, i funerali della povera Elisa, che ora, dopo la consegna dei risultati degli accertamenti eseguiti sul corpo, potranno essere finalmente celebrati.

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