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Un giro di appalti truccati per l’aggiudicazione della gestione dei parcheggi comunali a pagamento di oltre 30 enti locali italiani è stato scoperto dalla guardia di finanza di Perugia che, questa mattina, ha dato esecuzione a 5 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di amministratori, dirigenti e collaboratori esterni di una azienda perugina, la Sis di Mantignana, leader nel settore della realizzazione e della gestione delle aree di sosta cosiddette a “strisce blu”.
Associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e corruzione verso pubblici dipendenti i reati contestati agli arrestati : due umbri, amministratore e dirigente della società, e ad altri tre collaboratori, un umbro, un campano e una donna romana. I primi due si trovano attualmente in carcere mentre per gli altri sono stati disposti gli arresti domiciliari. Secondo gli investigatori le indagini hanno portato alla luce una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata al conseguimento di appalti pubblici truccati. I particolari sull’operazione, condotta dai militari del nucleo di polizia tributaria di Perugia e coordinata dal pm Giuseppe Pedrazzini, sono stati resi noti questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal comandante provinciale della guardia di finanza di Perugia, Vincenzo Tuzi. Secondo l’accusa gli arrestati «attraverso un artificioso e ramificato sistema clientelare» avrebbero manipolato il regolare andamento delle gare di appalto di oltre 30 enti locali. L’azienda, che aveva contatti con 120 comuni italiani, secondo quanto riferito stamani dagli investigatori, sarebbe stata agevolata nelle gare attraverso la predisposizione di bandi confezionati ad hoc, che le hanno permesso l’aggiudicazione di appalti milionari, in violazione alla specifica normativa. In cambio i vertici dell’azienda avrebbero offerto denaro e altre utilità e, in alcuni casi, assunzioni. Le indagini sono tutt’ora in corso e le fiamme gialle stanno valutando la posizione di diversi amministratori pubblici. Ulteriori accertamenti riguarderanno anche la documentazione, i computer e i server sequestrati nel corso delle operazioni. Numerosa documentazione, inoltre, è in corso di acquisizione in oltre 30 comuni dislocati in sette regioni (Marche, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).
Gli accusati avrebbero manipolato il regolare andamento delle gare di appalto per la gestione di parcheggi comunali a pagamento di oltre 30 enti locali italiani. Dagli accertamenti condotti dal nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Perugia della gdf – guidato dal colonnello Vincenzo Tuzi – è emerso che la società aveva rapporti con 120 comuni italiani. Attraverso quello che è stato definito dagli investigatori «un artificioso e ramificato sistema clientelare», amministratori, dirigenti e responsabili di area dell’azienda perugina avrebbero manipolato – secondo l’accusa – il regolare andamento delle gare di appalto. In particolare – è stato riferito – l’azienda sarebbe stata agevolata attraverso la predisposizione di bandi di gara confezionati «ad hoc» che hanno permesso l’aggiudicazione di appalti milionari in violazione della normativa. In cambio gli arrestati – sempre per la gdf – avrebbero offerto denaro e altre utilità e, in alcuni casi, assunzioni.

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