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Numerosi i visitatori nel salone Federica Monteleone del Consiglio regionale della Calabria in cui si stanno effettuando le indagini diagnostiche dei due Bronzi di Riace.
Le due sculture sono state per un anno allontanate dal Museo nazionale della Magna Grecia per alcuni lavori di ristrutturazione in vista delle celebrazioni per l’Unità d’Italia. Le visite ai due capolavori, che sono visibili grazie ad un’ampia vetrata, in questi mesi si sono quadruplicate. “Possiamo dire – afferma il direttore del laboratorio di restauro della Soprintendenza di Reggio Calabria, Pasquale Dapoto – che si sta vivendo un vero e proprio revival di interesse per i Bronzi di Riace. Solo a marzo abbiamo registrato 5.400 visitatori. E dai dai primi dati relativi ad aprile, comprese le presenze di Pasqua e pasquetta, le cose vanno ulteriormente meglio”. In questa sorta di inedita corsia ‘high tech’ le due statue trovate in mare nel 1972 hanno trovato ospitalità e cure: sono state sottoposte ad una speciale Tac, a ultramoderne indagini chimiche e fisiche sui materiali utilizzati per realizzarle che stanno contribuendo a fare luce sui molti i misteri che le accompagnano. Tra strumenti supertecnologici e mezzi di diagnostica all’avanguardia, da dicembre lavorano gomito a gomito le equipe della Soprintendenza archeologica della Calabria e dell’Istituto centrale per la Conservazione e il Restauro di Roma.

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