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di SALVATORE SANTORO
POTENZA – Quello che non ti aspetti. Il politichese lascia spazio alla politica delle “verità” sbattute in faccia. Alle critiche, agli scatti d’ira, alle provocazioni. Come nella vita “reale” quando due persone non sono d’accordo e discutono apertamente. E’ quello che è accaduto ieri nella Direzione regionale del Partito democratico. La riunione che alla vigilia era indicata come l’appuntamento spartiacque per comprendere come sarà la giunta regionale di Vito De Filippo.
Alla fine si è compreso che Marcello Pittella non sarà assessore. Lo sarà nel proseguio della legislatura. Ma prima sono state scintille. Tra Marcello Pittella e Vincenzo Folino. Che i due vivessero momenti di tensione politica era chiaro. Ma che lo scontro arrivasse a tale livello dialettico era difficile da prevedere.
Eppure la Direzione del maggior partito della coalizione fino all’intervento di Marcello Pittella era iniziata secondo consuetudine. Con l’introduzione di Pasquina Bona e poi con la relazione politica di Roberto Speranza. Il segretario regionale con il tono pacato che lo contraddistingue prima ha analizzato il voto intersecando i voti delle regionali a livello nazionale con quello regionale «siamo il prima centrosinistra d’Italia» perchè «abbiamo sempre scelto una vocazione territoriale per il nostro partito anche quando a livello nazionale si facevano altre scelte» e poi ha parlato delle scelte per definire la squadra degli assessori.
Roberto Speranza non ha mancato anche di sottolineare il successo elettorale a metà nella città di Potenza: «C’erano le condizioni senz’altro per fare meglio». Ma la curiosità di tutti era per comprendere gli indirizzi politici per la scelta degli assessori democratici del futuro esecutivo del presidente della giunta rieletto. E il segretario lucano del maggior partito del centrosinistra ha chiarito: «Bene ha fatto De Filippo a congelare la discussione sulla giunta fino alle elezioni di Matera. Qualunque ragionamento avrebbe potuto far perdere voti». E quindi ha spiegato tre ipotesi possibili per le scelte: «La prima è una giunta del presidente. Le seconda è di chi ha i voti. Le terza è di mediazione politica mantenendo intatta la vocazione di coalizione che abbiamo portato avanti componendo una maggioranza di nove liste».
E quindi «la prima ipotesi sarebbe la sconfitta della politica» ha aggiunto Speranza che ha fatto intendere di preferire una squadra di assessori composta con il metodo della concertazione delle varia anime del Pd e del centrosinistra».
In sala subito è stato percepito come uno stop alle ambizioni di Marcello Pittella. Con Speranza che ribadiva: «Il nostro partito deve venire sempre prima degli altri interessi. Tutti siamo fondamentali, ma nessuno è indispensabile». Quindi Speranza ha chiesto un passo indietro per scegliere un esecutivo in grado «di dare la spinta a De Filippo per governare al meglio». In molti si sono girati verso Marcello Pittella (in quel momento seduto in ultima fila un pò appartato che prendeva appunti). Gli interventi però sono proseguiti senza fuochi d’artificio. E’ intervenuto Salvatore Margiotta, che ha insistito «non si può non continuare su una scelta coalizionale» e poi Antonello Molinari che sottolineando la necessità di mantenere il partito unito «dopo che siamo stati capaci di litigare così tanto» ha avvertito dal rischio che il pluralismo possa diventare «anarchia». C’è stata anche la provocazione dell’assessore comunale di Castel Saraceno, Alessandra De Santis che ha invitato direttamente De Filippo a comporre una giunta solo di donne.
Intanto Pittella continuava a prendere appunti e intervenivano, Vincenzo Santochirico e Giampaolo Carretta. Poi la chiamata a parlare da parte del tavolo della Direzione – di cui ha fatto parte anche il nazionale Pd Nico Stumpo – proprio al minore dei fratelli Pittella. E lì è iniziato lo scontro. Il primo degli eletti non ha fatto sconti. Ha attaccato duro dall’inizio parlando di partito che smentisce la scelta delle Primarie. In pratica Marcello Pittella più volte ha insistito: «Abbiamo scelto un segretario regionale con il metodo delle Primarie. Anche se per pochi voti abbiamo rispettato la volontà popolare ma poi ora alle regionali non funziona così».
Marcello Pittella quindi ha proseguito: «Le vere Primarie ci sono state alle regionali e questo voto ci consegna un partito diverso». In rigoroso silenzio tutta la sala. De Filippo e Speranza compresi con gli occhi fissi al palchetto. Poi il politico lauriota ha proseguito: «Io dico allora che si devono fare le Primarie anche per le politiche del 2013 senza che nessuno salti dalla poltrona perchè non è il caso». E ancora spiegando «non sono parole frutto di personalismi, ma solo per rispetto alla volontà popolare che è il sentimento che credevo appartenesse a questo partito», ha rinnegato «scelte di giunta solo correntizie». E quindi il primo affondo: «Oltretutto io mi sono un pò perso e non riconosco più la mia corrente. Rappresento me stesso e i cittadini che mi hanno votato». Antonio Luongo si è limitato a fare spallucce. Poi Marcello Pittella si è girato e ha parlato a Speranza: «Io ti chiedo di essere il garante di questo partito e il mio garante e non solo di chi la pensa diversamente da me». Gelo in sala con Pittella che poi si è rivolto direttamente a Vincenzo Folino: «Non voglio credere che i giochi e le scelte fossero già compiute prima del voto». Pittella ha chiuso: «Sono pronto a fare anche l’usciere ma chiedo il rinnovamento totale rispetto al passato».
Pochi minuti e il clima si infiamma. Prende la parola Folino che attacca Pittella senza giri di parole. Parla della corrente Bersani: «O capiamo che siamo solo una cosa oppure si rompe tutto». E quindi ha ricordato: «Voi siete la Bersani due». Folino però, che ha parlato con Pittella già in viaggio per Lauria, ha anche detto: «Il capretto non si può ingrassare due volte». Per poi continuare «io non lo sapevo che erano delle Primarie le elezioni regionali altrimenti avrei fatto scelte diverse per arrivare primo». Folino ha anche parlato di scelte «perdenti a Picerno…». A quel punto colpo di scena con Marcello Pittella (che evidentemente avvertito dai suoi) ha riguadagnato la sala urlando contro Folino: «Menti sapendo di mentire». Alcuni secondi di polemica con l’ex assessore che ha riguadagnato la politica facendo apprezzamenti al lavoro svolto da Pittella nella scorsa legislatura.
L’atmofera si è poi stemperata con l’intervento di De Filippo che spiegando la propria idea di innovazione ha dichiarato: «Si parte da “A” per arrivare a “B” ma già pensando a “C”». Pittella a quelle parole è sembrato sollevato. Tutto si è concluso in pace (almeno apparente) con la Direzione che ha affidato a De Filippo e Speranza “carta bianca” per le scelte di giunta.

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