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Operazione in tutta Italia questa mattina contro lo spaccio di droga condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia di Bari. In manette sono finite 10 persone con l’accusa di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini, durate oltre un anno ed inserite in un contesto investigativo ben più ampio, hanno permesso di stroncare un gruppo criminale, con base in Cerignola (FG) e Canosa di Puglia (BT), dedito allo spaccio di sostanza stupefacente su tutto il territorio nazionale.
L’operazione inoltre ha portato al sequestro, in differenti occasioni, di cocaina proveniente dalla Calabria e destinata a rifornire la piazza canosina, quella dei comuni limitrofi nonchè il mercato del Centro Italia. Dall’indagine sono emerse, altresì, nuove modalità di pagamento della sostanza stupefacente mediante paypal o vaglia postali on line.
Il traffico di stupefacenti, secondo le indagini, avrebbe avuto base in Calabria, per poi estendersi alle località turistiche e ai locali della ‘movida’ notturna soprattutto in Romagna. L’operazione è stata compiuta con la collaborazione delle forze di polizia di Modena, Rimini e Ancona ed alla base delle indagini ci sarebbero intercettazioni che hanno messo insieme uno studio quasi sociologico sui percorsi dello stupefacente. Quella scoperta dalla Dia si è rivelata tuttavia – a quanto viene reso noto – una rete fitta ma disarticolata, non gestita da un gruppo criminale mafioso. A capo c’era – secondo gli investigatori – un «triumvirato» che si occupava dell’acquisto di coca in Calabria, a Vibo Valentia; altri pensavano al trasporto in Puglia e allo smercio, poi, nelle località turistiche.
Il cerignolano Saverio Palumbo, di 45 anni, insieme con Massimiliano Sabino Carbone, 43 anni, e Massimo Sabino Moscaritolo, di 38 anni, entrambi di Canosa di Puglia, si occupavano dell’approvvigionamento della sostanza.
Gli ordini di coca venivano fatti per telefono e pagati tramite vaglia postali on line o con l’utilizzo di paypal, sistemi, hanno riferito gli inquirenti, che presuppongono un certo rapporto di fiducia tra spacciatore e acquirente, in quanto il denaro era incassabile solo mediante la conoscenza, da parte del beneficiario, della password fornita dall’acquirente. Gli altri arrestati sono Matteo Compierchio, 48 anni, di Cerignola, già detenuto, il foggiano Antonio Bruno di 60 anni, i canosini Nicola Pepe, di 39 anni, e Giovanna Calciano, di 48 anni, entrambi già ai domiciliari, e coloro che in Romagna smerciavano la droga: un cerignolano, Domenico Lattanzio, di 46 anni, e un canosino, Walter Seccia, di 30. Le indagini furono avviate nel 2008, in seguito ad alcuni sequestri di cocaina a Canosa di Puglia.

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