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Si trovava a bordo di uno scooter e stava percorrendo la strada che conduce dalla frazione superiore al centro del paese, quando è stato affiancato da un’auto dalla quale sono stati sparati numerosi colpi di kalashnikov e di fucile calibro 12.
Vittorio Sia, 51enne, presunto capoclan locale, è morto sul colpo.
La vettura usata dai sicari è stata trovata poco dopo, a Soverato, bruciata e con dentro le armi. La vettura, una Fiat Fiorino, era stata rubata nei giorni scorsi a Roccella Ionica, nel reggino. Sia, era considerato dagli investigatori uno degli elementi di spicco della criminalità organizzata della zona. Le indagini sono condotte dai carabinieri. Sul luogo dell’agguato, compiuto intorno alle 6.45 di questa mattina, si sono recati anche gli investigatori della squadra mobile.
Circa un mese fa la vittima era sfuggita ad un altro agguato. Indagano i Carabinieri. Per l’agguato dello scorso mese, quando un commando affiancò la sua autovettura esplodendo diversi colpi di arma da fuoco, i carabinieri della Compagnia di Soverato fermarono quattro persone, si tratta di Domenico Todaro, 49 anni, del figlio Vincenzo,28, di Giovanni Angotti, 41, e Daniela Iozzo, 28, tutti già noti alle forze dell’ordine.
A favorire l’individuazione dei quattro, era stata un’autovettura ritrovata poco distante dal fiume Ancinale, utilizzata probabilmente per compiere il fallito omicidio. Secondo le indagini, come avrebbe dimostrato anche una bottiglia di plastica con all’interno del liquido infiammabile, i killer non erano riusciti ad incendiarla per fare sparire le tracce. Vittorio Sia era considerato dagli inquirenti uno dei boss di Soverato, la cittadina ionica in provincia di Catanzaro, dove avrebbe controllato in particolare la zona di Soverato superiore.

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