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La polizia ha arrestato a Rosarno, nel Reggino, Giuseppe Spasaro, di 55 anni (in foto), con l’accusa di essere l’intestatario fittizio di un’impresa di cui sarebbe socio occulto Francesco Bellocco, di 21 anni, latitante ed affiliato all’omonima cosca della ‘ndrangheta.
L’arresto di Spasaro è stato fatto fatto dalla Squadra mobile di Reggio Calabria in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda reggina. Secondo quanto è emerso dall’inchiesta condotta dal Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio, Michele Prestipino, e dai sostituti Beatrice Ronchi e Giovanni Musarò, Francesco Bellocco, insieme ad un altro presunto affiliato alla cosca, Luigi Amante, di 20 anni, si sarebbe attivato per attribuire fittiziamente a Spasaro la titolarità di un’impresa al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale.
La polizia ha anche sequestrato un capannone che era nella disponibilità di Spasaro ma che in realtà era gestito dalla cosca Bellocco. Giuseppe Spasaro era stato arrestato nel gennaio scorso nell’ambito dell’operazione «Rosarno è nostra 2», condotta dalla stessa Squadra mobile di Reggio Calabria, ma era stato successivamente scarcerato dal Tribunale della libertà. Nella medesima operazione erano rimasti coinvolti anche Luigi Amante, che è ancora detenuto, e lo stesso Francesco Bellocco.
Nel corso della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Spasaro, i poliziotti hanno apposto i sigilli ad un mega capannone nella disponibilità di Spasaro, a Rosarno, ma gestito di fatto dalla cosca.
In precedenza erano stati posto sotto sequestro anche due ditte individuali, due società di capitali, due supermercati, tre autovetture ed un quadriciclo minicar.

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