X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

«Gli arresti dei latitanti che si susseguono negli ultimi tempi non rappresentano un merito del governo ma delle forze dell’ordine, che però lavorano con grandi sacrifici perchè hanno organici insufficienti». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, replicando, nel corso della trasmissione Radio Anch’io al ministro della Difesa Ignazio La Russa.
Per Gratteri, «il Governo ha fatto due cose importantissime abolendo il patteggiamento in appello, che era uno scandalo ed un regalo alle mafie e modificando la normativa sul sequestro e la confisca dei beni, che oggi sono più facili. Il resto dei provvedimenti adottati dall’esecutivo, però, mi sembrano palliativi». Secondo Gratteri, «bisogna attuare un’inversione di tendenza perchè è da oltre dieci anni che si fanno concorsi nelle forze dell’ordine in numero insufficiente, tanto che non si riesce a coprire i vuoti che si determinano per i pensionamenti». Gratteri ha espresso, inoltre, un giudizio negativo sull’uso dell’esercito contro la criminalità «perchè – ha detto – bisogna stabilire, in questo senso, un rapporto qualità-prezzo. Non è possibile, per esempio, pensare di fare intervenire l’esercito anche in zone periferiche perchè i costi di questa operazione sarebbero troppo elevati. Non bisogna, inoltre, abolire le intercettazioni telefoniche ed occorre informatizzare il processo per farlo durare di meno e per fare diminuire il potere discrezionale. Si risparmierebbero milioni di euro e non ci sarebbero più abusi in termini di notifiche e di trasmissione di atti».
Alla trasmissione Rai ha partecipato anche il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, sottolineando che devono essere i giovani di Reggio a meritare la prima pagina dei giornali e non l’applauso riservato al boss in manette da parte di familiari ed amici. «La vicenda – ha commentato Scopelliti – deve essere letta così come si è presentata questa vicenda. Soltanto pochi familiari del boss erano lì ad applaudire e ad urlare. La cosa sconcertante, purtroppo, è che ogni qual volta si parla di Mezzogiorno, di Calabria, diventa molto facile dare le prime pagine, mettendo in negativo aspetti che, forse, sono molto marginali. Se si considera che la Questura di Reggio è al centro della città, è chiaro che molti erano i curiosi presenti, ma ad applaudire e ad urlare erano veramente pochi, li abbiamo visti tutti. Invece, sono convinto che faccia molto più effetto vedere quella formazione spontanea della sera di circa trecento persone e quella di ieri mattina di giovani con striscioni, studenti universitari che sono andati sotto la Questura a manifestare spontaneamente il loro consenso, il loro plauso alla magistratura reggina che sta facendo uno straordinario lavoro, alle forze dell’ordine, a tutta quella società che è impegnata, ogni giorno, a costruire un percorso nuovo. Sono, a mio avviso, queste immagini che meritano la prima pagina, perchè sono il segnale della crescita di una città che vive certo questi momenti di difficoltà, visto la presenza del crimine organizzato, ma che sa reagire ed i segnali di crescita di questa città sono evidenti».
«Reggio Calabria è cambiata – ha aggiunto Scopelliti. I giovani prima erano appiattiti, sfiduciati. Oggi, invece, hanno abbandonato la cultura della mafiosità e per oltre il 90% si riconoscono nel proprio sindaco e nell’istituzione». «Lo dimostra – ha aggiunto Scopelliti – la reazione che c’è stata da parte di un gruppo di giovani alla manifestazione che avevano inscenato dai parenti di Tegano. Si tratta di un dato importantissimo perchè quando vengono date le prime pagine dei quotidiani a fatti come la manifestazione dei parenti di Tegano, si crea un’ulteriore sfiducia da parte del cittadino. Noi, invece, dobbiamo trasmettere fiducia e dare esempi positivi perchè a Reggio Calabria negli ultimi anni è cresciuta la cultura dei giovani arricchendosi di nuovi momenti e di nuovi fermenti ed iniziative importanti». Secondo Scopelliti, «a Reggio Calabria si è consolidato ormai un percorso che nasce dalla capacità di dialogo tra le varie istituzioni sul territorio. Una capacità che viene recepita in senso positivo dal cittadino. Oggi i giovani, in particolare, hanno una percezione diversa rispetto a quello che accadeva un tempo perchè abbiamo ridato loro una speranza».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE