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Le fratture vertebrali dolorose da compressione rappresentano uno dei maggiori fattori invalidanti in alcune patologie ematologiche e oncologiche, come il mieloma multiplo e le metastasi vertebrali dovute a neoplasia del polmone, della mammella, della prostata, del colon, dell’esofago, dell’utero e dell’osso stesso.
Le conseguenze di queste fratture sono molteplici: oltre al dolore vertebrale e la disabilità, i pazienti soffrono anche di ridotta mobilità e dell’insorgenza di deformità spinali come cifosi e scoliosi.
Il trattamento finora utilizzato prevedeva l’immobilizzazione forzata del paziente con impiego di busto, radioterapia, assunzione di notevoli dosi di farmaci antidolorifici ed eventuali interventi di stabilizzazione vertebrale estremamente invasivi.
«Il miglior procedimento per trattare fratture vertebrali di questo tipo è la stabilizzazione meccanica, che oggi può essere ottenuta con l’impiego di una metodologia, detta cifoplastica con palloncino, che consiste nell’iniezione a bassa pressione di cemento osseo in una cavità creata nei corpi vertebrali crollati da una dilatazione di un palloncino introdotto bilateralmente per via percutanea – dichiara il Prof. Angelo Lavano, responsabile dell’Unità Operativa di Neurochirurgia del Centro Oncologico Fondazione «Tommaso Campanella» del Policlinico Universitario di Germaneto di Catanzaro – Questa tecnica è stata ideata per ridurre prima e stabilizzare poi la frattura in modo controllato, correggere le deformità della colonna vertebrale, prevenire l’insorgere di nuove fratture e soprattutto alleviare il dolore in modo rapido e prolungato e migliorare la qualità della vita del paziente.» L’equipe del Prof. Angelo Lavano, in collaborazione con le Unità Operative di Neuroradiologia diretta dal Prof. Kurt Pardatcher, di Anestesia diretta dal Prof. Ermenegildo Santangelo e di Oncologia diretta dai Professori Piersandro Tagliaferri e PierfrancescoTassone, ha completato a Febbraio 2010 uno studio partito nel 2007 su 49 pazienti con fratture vertebrali derivanti da patologie onco-ematologiche, che ha confermato la validità del trattamento.
«Dei 49 pazienti seguiti, 38 erano affetti da metastasi vertebrali, e in 11 la diagnosi principale era di mieloma multiplo. I risultati clinici sono stati determinati confrontando i dati pre e postoperatori secondo scale di misurazione del dolore – scala VAS – e della qualità della vita – spiega il Prof. Lavano – Dopo l’intervento è stato riscontrato un notevole e duraturo miglioramento della sintomatologia dolorosa associato ad un miglioramento delle attività di vita quotidiane nel 89% dei pazienti; in alcuni casi si è ottenuto anche un significativo aumento dell’altezza del corpo vertebrale da un punto di vista radiologico, con conseguente parziale correzione della deformità della colonna. Inoltre, a seguito dell’intervento, non sono state registrate complicanze cliniche rilevanti e quasi tutti i pazienti – 45 su 49- sono stati dimessi in 2° giornata. Dall’analisi dei risultati ottenuti si può concludere che la cifoplastica con palloncino rappresenta un semplice e valido trattamento per le fratture vertebrali su base onco-ematologica in termini di risoluzione della sintomatologia dolorosa, di miglioramento della qualità della vita e di stabile e duratura riduzione delle deformità.» La cifoplastica con palloncino è un intervento della durata di circa mezz’ora che viene eseguito in anestesia locale o generale, a seconda del paziente. Dopo l’intervento, il paziente rimane in osservazione per qualche ora, mentre i suoi sintomi dolorosi scompaiono nell’immediato.
I vantaggi correlati a questa tecnica chirurgica sono numerosi: dalla rapidità con cui viene restituita la mobilità al paziente, ai notevoli risparmi economico-sociali rispetto alle cure tradizionali. Vengono infatti evitati i costi di ospedalizzazione, riabilitazione e cura farmacologica del dolore. Il Prof. Giovanbattista De Sarro, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Ateneo «Magna Graecia» di Catanzaro, ha tenuto a precisare con soddisfazione che, interventi di questo tipo non possono che portare ad un progressivo sviluppo della ricerca scientifica in campo universitario e della sanità in Calabria.

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